Prosa
BREVI INTERVISTE CON UOMINI SCHIFOSI

Uomini che odiano le donne: il lato "schifoso" degli uomini

 Paolo Mazzarelli e Lino Musella in "Brevi interviste con uomini schifosi"
 Paolo Mazzarelli e Lino Musella in "Brevi interviste con uomini schifosi" © ph. Marco Ghidelli

Brevi interviste con uomini schifosi, con Paolo Mazzarelli e Lino Musella, è uno spettacolo grottesco e potente, un virtuoso ed originale esercizio di stile che fa riflettere, irrita, a tratti disturba e diverte.

Daniel Veronese, drammaturgo e regista argentino, figura di riferimento del teatro sudamericano, ha curato l’adattamento teatrale e la regia del libro del 1999 di David Foster Wallace Brevi interviste con uomini schifosi – a detta dell’autore la sua opera più inquietante, portando in scena una selezione di 8 racconti tratti dalla celebre raccolta.

David Foster Wallace (21.02.1962 –12.09.2008) 


David Foster Wallace, scrittore, saggista ed accademico americano, è considerato tra gli autori più innovativi della sua generazione.

Dal testo alla scena: Veronese e le parole di Wallace

Wallace non ha mai scritto nulla per il teatro, e quindi adattare alla scena la sua scrittura complessa, irriverente e spiazzante è stata una sfida non semplice per Veronese.

Il regista argentino ha trasformato i monologhi di Wallace in dialoghi tra un uomo e una donna, interpretati sulla scena da due uomini che si alternano nei ruoli, Paolo Mazzarelli e Lino Musella, in una dialettica che mette in luce tutte le fragilità, gli irrisolti, le gelosie, il desiderio di possesso, la violenza, il cinismo insiti nei rapporti affettivi.

Paolo Mazzarelli e Lino Musella


Una scelta registica ben precisa che ha l’obiettivo di analizzare l’essere umano maschile in tutte le sue schifose debolezze – come suggerisce il titolo, fino a costringerlo nei panni della donna che deve subire e sopportare violenze verbali, sopraffazioni e soprusi.

La regia di Veronese è efficace, asciutta e senza sbavature, l’allestimento è essenziale e minimalista: in scena un rettangolo bianco al quale i due interpreti, in jeans e t-shirt nera, accedono a piedi nudi; nel rettangolo un tavolo, due sedie e gli attori – un invito a concentraci su questi uomini viscidi, egoisti, meschini, volgari e perversi, il cui unico modo di relazionarsi con l’altro sesso è ricorrere al cinismo o alla violenza, uomini incapaci di avere relazioni sane ed equilibrate con le donne.

Paolo Mazzarelli e Lino Musella

Musella e Mazzarelli, inquieti e inquietanti

Artisti eclettici e straordinari attori, Musella e Mazzarelli prestano il volto e la voce ad una galleria comica e graffiante degli strani soggetti descritti con una grottesca e a tratti comica brutalità da Wallace: un’umanità delirante e problematica, che senza nessun pudore esibisce tic e perversioni inconfessabili. 
Il talento e la sensibilità dei due protagonisti, Mazzarelli e Musella, fanno sì che lo spettacolo abbia una potenza diversa.

Quella di Musella e Mazzarelli è una prova attoriale ed emotiva notevole: la loro recitazione è asciutta, sobria, pulita, intensa senza però scivolare mai in toni eccessivamente drammatici, i due interpreti hanno un’intesa rara e potente, che gli consente di essere distaccati dal testo e allo stesso tempo completamente immersi nel personaggio, creando un contrasto che cattura e affascina il pubblico, risultando inquieti ed inquietanti.

Lino Musella e Paolo Mazzarelli 

Un catalogo di mostri

Misogini, psicopatici, perversi, depravati, personaggi odiosi, meschini, subdoli, comunque uomini: un catalogo di mostri atrocemente normali e banali, le voci di un'America stravolta e non solo.
Wallace è un autore scomodo, sembra quasi che giochi con il lettore, con il suo umorismo e sarcasmo presenta i personaggi come fossero esseri innocenti, e non portatori di una cultura patriarcale e profondamente violenta che sottomette la figura femminile.

Brevi interviste con uomini schifosi è nelle parole di Wallace la rappresentazione del “vuoto spirituale nella interazione eterosessuale nell’America postmoderna”;  in queste interviste immaginarie infatti l'autore statunitense indaga i rapporti umani e il quotidiano con sadica ironia e profondo cinismo.

Paolo Mazzarelli e Lino Musella


Nel testo di Wallace la donna non esiste, sostituita da punti di sospensione o monosillabi, mentre nell’adattamento di Veronese i due attori si alternano nel ruolo femminile, senza avere nulla di femminile, ma semplicemente impersonando la donna; qui il femminile è un gesto accennato, una mano che sposta i capelli dietro l’orecchio, una postura del corpo, un irrigidimento fisico per dissimulare la paura, uno sguardo che vaga oltre il proprio interlocutore per mascherare l’imbarazzo o il disagio. Veronese sceglie di estrarre dal testo la componente femminile, concretizzandola sulla scena.

Paolo Mazzarelli e Lino Musella


Brevi interviste con uomini schifosi è un viaggio stimolante e complesso nelle contraddizioni dell’uomo, non così estranee alla nostra cultura – purtroppo; Musella e Mazzarelli guidati da Veronese ci regalano otto ritratti, una sorta di auto-caricature grottesche, in cui scopriamo con fastidio delle pericolose e dolorose consonanze: è come se guardassimo la vita attraverso uno specchio, che diventa ben presto una lente d’ingrandimento della banale e quotidiana mostruosità con cui abbiamo – nostro malgrado – imparato a convivere.

 

Visto il 18-03-2023