Con uno dei “classici” del repertorio musical, si rinnova la collaborazione tra il Teatro Comunale di Bologna e la Bernstein School of Musical Theater. Dopo il successo di spettacoli come Il bacio della donna ragno, Evita, Les Misérables, Titanic e West Side Story, arriva per la prima volta in Italia Carousel, del celebre duo Rodgers & Hammerstein.
GLI SPETTACOLI
IN SCENA IN ITALIA
Il musical, che ha debuttato a Broadway nel 1945, è ispirato al dramma teatrale Liliom di Ferenc Molnár, e racconta la tragica e burrascosa storia d’amore tra il giostraio Billy Bigelow e l’operaia Julie Jordan, nella seconda metà dell’Ottocento, affrontando tematiche sociali importanti: dalla violenza domestica al rapporto con la vita dopo la morte.
L’intimità tra i due protagonisti passa in secondo piano e viene filtrata dagli sguardi sospettosi e dai giudizi della piccola comunità di pescatori del Maine. Rodgers & Hammerstein stravolgono il finale tragico del dramma originale, rendendolo positivo.
Uno spettacolo capace di parlare ancora al pubblico
L’allestimento firmato da Gianni Marras non può prescindere dalla natura maschilista dello spettacolo, che comunque resta una componente piuttosto “soft” e si traduce in una sorta di paternalismo, simile a quello che si può ancora riscontrare guardando film d’animazione come Lilli e il Vagabondo oppure commedie come Quattro fantasmi per un sogno.
Musicalmente, si tratta di una partitura piuttosto eclettica, che il maestro Timothy Brock dirige con placida disinvoltura: l’ouverture orchestrale (The Carousel Waltz) è decisamente troppo lunga, ma contestualizza alla perfezione lo spettacolo e i personaggi.
Le canzoni sono cantate in lingua originale, ma l’adattamento realizzato da Franco Travaglio per i sopratitoli in italiano è un’ulteriore conferma di come questo musical sia in grado di rivolgersi in maniera efficace al pubblico degli anni Duemila: osservando i due protagonisti che cantano If I Loved You, sembra di assistere, infatti, a un delicato corteggiamento, destinato però a non concretizzarsi; esattamente come potrebbe accadere nella realtà di oggi, utilizzando un’app per incontri.
Il cerchio della vita
La scenografia – realizzata da Manuela Gasperoni, da un’ idea originale di Davide Amadei, scomparso prematuramente durante la progettazione dello spettacolo – si compone essenzialmente di semplici elementi circolari, che rappresentano il cerchio della giostra e della vita, e di pochi oggetti di scena; per il resto, lo spettatore assiste a un trionfo di videoproiezioni che accompagnano le fasi salienti della storia e i suoi protagonisti.
Inconfondibile lo stile retrò, con inserti acrobatici, delle rutilanti coreografie di Fabrizio Angelini, in particolare nel company number June Is Bustin' Out All Over, che annuncia ovunque l’arrivo dell’estate.
Un messaggio di speranza
Brian Boccuni riesce a rendere Billy Bigelow non un imbonitore perdente, bensì un ammaliante spaccone consapevole. Nel ruolo di Julie Jordan, Caterina Gabrieli è un concentrato di candore e fierezza. Barbara Corradini mette la sua esperienza di attrice totalmente a servizio della controversa e viscida Mrs. Mullin.
A Francesca Taverni è affidato il personaggio più positivo, Nettie Fowler, che regala alcuni tra i brani più intensi e memorabili dello spettacolo, tra cui You’ll Never Walk Alone, con il suo messaggio di speranza, ideale espressione di quell’American way of life, secondo cui i sogni, la fantasia e la solidarietà permettono quotidianamente di affrontare la realtà.