Comico
CAVEMAN

La ragione di tutto è una diversità genetica di fondo

La ragione di tutto è una diversità genetica di fondo

Sarà per la parlata gutturale e aspirata, sarà per le Prealpi che la circondano, sarà per la ruvidità dei suoi abitanti, ma Bergamo è, per definizione di Maurizio Colombi, la patria degli uomini delle caverne. Sarà per questo motivo che al Teatro Creberg “Caveman” di Rob Becker, portato in scena da un divertentissimo e coinvolgente Colombi, ha spopolato. Dopo avere riso quasi ininterrottamente per un’ora e mezza, il pubblico se ne è andato sghignazzando dal Palacreberg, le donne decisamente su di giri, gli uomini un po’ più consapevoli di se stessi.

Caveman: l’acquisizione della consapevolezza” potrebbe essere il pay-off di questo spettacolo dal successo planetario. Tutti coloro che hanno avuto la fortuna di assistervi hanno capito un po’ meglio se stessi e l’altro sesso, si sono spiegati fatti che si ripetono immutabili da secoli, da millenni, senza una ragione apparente. Hanno capito finalmente perché le donne odiano che l’uomo sparga abiti sporchi per casa, sbricioli sul divano, sgoccioli sulle piastrelle del bagno, mentre egli può sopravvivere benissimo in mezzo alle peggiori brutture dell’universo; hanno ricevuto una spiegazione sul motivo per cui le donne adorano fare shopping, possedere centinaia di vestiti e oggetti superflui, chiacchierare fino allo sfinimento (dell’uomo) con le proprie amiche, ricevere dettagliatissime descrizioni su ogni evento capiti intorno a loro, mentre l’uomo ha solo un pensiero in testa (un pensiero per volta, ma spesso uno soltanto…).

La ragione di tutto è una diversità genetica di fondo: l’uomo è nato per cacciare, la donna per raccogliere. Obiettivi diversi, diversi stili di vita ci hanno portati a una continua incomprensione, a un’opposizione inconciliabile, fino al momento in cui l’uomo e la donna si uniscono per creare un nuovo essere umano. Questo è l’unico momento di unione tra le due ‘razze’, l’istante in cui tutto passa in secondo piano e si riesce forse a raggiungere una breve luminosissima comprensione reciproca.

Ottimo Maurizio Colombi nell’interpretazione di un monologo lungo e articolato, sempre brillante e mai banale, capace di fare immedesimare il pubblico in sala, sia maschile sia femminile, grazie alla sua abilità mimica e alla vivacità comica. Originale e spassosa anche l’introduzione allo spettacolo attraverso un cortometraggio sulla vita di coppia del protagonista, che ha permesso al pubblico di rivivere le situazioni più caratteristiche e imbarazzanti della propria vita.

Visto il 31-10-2008
al Comunale di Cormons (GO)