Il regista Leonardo Lidi, in qualità di vicedirettore della Scuola per Attori del Teatro Stabile di Torino, ha scelto di guidare nel percorso di creazione dell’esordio drammaturgico uno dei suoi allievi: il giovane Diego Pleuteri, di soli 24 anni. E che lo spettacolo Come nei giorni migliori risulti l’esito di un percorso di ricerca, lo si comprende leggendo le note di regia, nelle quali è precisato che “il titolo è stato scelto quando il testo non esisteva ancora”.
GLI SPETTACOLI
IN SCENA IN ITALIA
La sfida principale è stata quella di raccontare una complessa storia d’amore tra due giovani uomini nell’Italia di oggi, nel modo più semplice e universale possibile. Un’ulteriore scommessa è stata allargare lo spazio scenico, invadendo la platea del teatro, per creare un legame più stretto tra i due protagonisti con un numero limitato di spettatori (meno di 80 a replica).
Due protagonisti “fuori asse”
I due protagonisti sono interpretati da Alessandro Bandini e Alfonso De Vreese, che hanno già lavorato entrambi con Leonardo Lidi, anche questa volta comprendendone pienamente il progetto registico. Questo consente al regista di fare un passo indietro, lasciando libero sfogo a una coppia collaudata e affiatata sulla scena.
I due personaggi non hanno un nome proprio, ma utilizzano un soprannome l'uno per l'altro, con il quale si accompagnano durante tutta la vicenda. Tra loro, si chiamano Billy e Jessica (come Billy Elliot e Jessica Fletcher); due personaggi “fuori asse”, apparentemente senza niente in comune, con opposte concezioni della vita e del futuro, che provano comunque a restare insieme.
Come quadri esposti in un museo
Nello spazio scenico trasformato e illuminato dal disegno luci avvolgente, ma mai invasivo, di Nicolas Bovey, gli spettatori osservano la vita dei due protagonisti raccontata per immagini e parole, al pari di quadri esposti in un museo: situazioni topiche che vanno dal primo incontro nello studio dello stesso analista, alla prima serata trascorsa in discoteca. Prima dell’inevitabile tradimento, c’è spazio per una divertente e movimentata partita a paddle e un cinico confronto con le rispettive famiglie d'origine.
La cultura non ha età
Lasciando da parte lo spinoso e complicato tema dell’amore, l’aspetto più spiazzante della scrittura di Diego Pleuteri è la profonda cognizione di numerosi riferimenti culturali (da Billy Elliot a Bridget Jones, senza trascurare il cinema di Woody Allen) che, per ragioni banalmente anagrafiche, non sarebbe tenuto a conoscere in maniera così puntuale.
Il suo stile drammaturgico rappresenta un esempio di fresca consapevolezza, mascherata da inadeguatezza, di cui certamente si sentirà ancora parlare.