Ha ben 195 anni di vita (e di storia) e li porta benissimo, il Teatro Regio di Parma. Voluto a Parma dalla duchessa Maria Luisa d'Asburgo-Lorena in sostituzione del vetusto e piccolo Teatro Ducale risalente al 1689, il Nuovo Teatro Ducale - poi rinominato Teatro Reale nel 1849, ed infine Regio nel 1860 – venne inaugurato il 16 maggio 1829 con il melodramma Zaira, appositamente composto dal ventottenne Vincenzo Bellini. Il teatro troneggia ancora in Strada Garibaldi, la Zaira chi l'ascolta più?
Nella sala elegante il concerto di compleanno
Vasta ed elegante sala da 1800 posti, disegnata da Nicola Bettoli in raffinato stile neoclassico, il Regio di Parma da allora ha ospitato costantemente grandi artisti e spettacoli di qualità, collocandosi fra le maggiori realtà liriche italiane; ed offrendo da sempre accoglienza ad un pubblico agguerrito in fatto di musica, e proverbialmente non sempre facile da soddisfare. Pubblico che l'ha gremita anche in questa particolare occasione che ci ha visto compiere un doveroso viaggio sino alle sue porte.
Eh sì, perché il Regio è un vero tempio della tradizione lirica italiana, ed è sicuramente una bella e buona idea quella di festeggiare il suo 195esimo 'compleanno' - in attesa dei festeggiamenti che sicuramente verranno per i due secoli dalla sua inaugurazione - con un concerto sinfonico-corale presieduto da un parmense doc, vale a dire il bravo ed attento direttore Sebastiano Rolli.
Nell'affollata sala è stato presentato un programma interamente verdiano – quasi un anticipo del prossimo Festival Verdi 2024 - in cui l'Orchestra Filarmonica Arturo Toscanini ed il Coro del Regio, diretto da ben 24 anni (un vero record!) da un parmense d'adozione - il maestro Martino Faggiani – hanno avuto agio di mettere in mostra le loro notevolissime qualità.
Cinque momenti strumentali, altrettanti corali
Cinque momenti solo strumentali hanno punteggiato la serata: le sinfonie da Luisa Miller, I vespri siciliani, Nabucco, La forza del destino che ha concluso la serata; più i ballabili dal Macbeth, intrigante pagina sinfonica un tempo trascurata, ma che sta trovando pian piano un suo posto nei programmi concertistici.
Altrettanti quelli corali, passando da «Patria oppressa» tratto ancora dal Macbeth, a «Gerusalem!» e «O Signore dal tetto natio» da I Lombardi, sino a «Gli arredi festivi» e «Va' pensiero» dal Nabucco. Momento questo ravvivato anche dall'arrivo sul palcoscenico delle Voci Bianche del Teatro Regio preparate da Massimo Fiocchi Malaspina, che hanno aggiunto un colore particolare all'esecuzione del coro più famoso ed amato di Verdi.