«Coup Fatal» di Serge Kakudji e Alain Platel, è un tripudio di colori, suoni e gioia allo stato puro, un inno ai “sapeurs” - i dandy congolesi, un connubio di euforica follia e sapiente ironia. La melodia barocca in sinergia con la musica classica (Haendel e Gluck, Monteverdi e Vivaldi) si unisce alla danza africana e al teatro contemporaneo per creare un evento unico, originale e di forte impatto emotivo: è una sorta di viaggio attraverso le pieghe meno esplorate del continente africano.
Platel, regista, coreografo e drammaturgo, è noto per le sue creazioni dalla notevole potenza emotiva, per l’uso innovativo dello spazio scenico e per la multidisciplinarietà dei suoi interpreti (cantanti, attori, mimi, musicisti e ballerini) - anche in questo caso non si smentisce, rimanendo fedele alla sua cifra stilistica.
Kakudji, affascinato fin da bambino dall’opera lirica, è un controtenore autodidatta che si fa notare durante le celebrazioni mozartiane di Vienna del 2006, quando si produce in una spettacolare esibizione di complesse e estremamente difficili arie di Mozart. Tre anni dopo è in “Pitie!”, lo spettacolo di Platel basato sulla Passione secondo Matteo, con le musiche di Bach profondamente rielaborate da Fabrizio Cassol, prezioso collaboratore per il versante musicale del grande coreografo e drammaturgo belga.
L’incontro tra Paltel e Kakudji è uno di quegli incontri che cambiano profondamente ed intimamente le vite e i percorsi artistici. Questo confronto tra culture diverse diventa un fertile e fecondo terreno creativo, in cui il mix di stili e influenze trova una sua sublimazione in «Coup Fatal» - nato da un’idea e un progetto del il musicista e cantante congolese Serge Kakudji e dello studioso belga di culture africane Paul Kerstens, di cui Alain Platel cura la regia.
«Coup Fatal» è musica colta, con arrangiamenti in chiave afro-pop, rock e jazz pensati su partiture classiche da Fabrizio Cassol, con la direzione artistica di Rodriguez Vangama (che è anche alla chitarra elettrica). Kakudji con 13 musicisti di Kinshasa reinterpreta i classici del barocco, compresi Händel e Gluck, prendendo le melodie originali e affidandole però agli arrangiamenti di Cassol. Intorno a questo esperimento musicale Platel costruisce uno spettacolo che vuole essere un omaggio ai “sapeurs”, infatti spiega: «Sono stato ispirato dai sapeur, i dandy che animano la capitale del Congo, Kinshasa. I sapeurs si atteggiano come se fossero i padroni non solo del Congo, ma del mondo intero! Vestono alla moda, ostentano ricchezze che a volte sono solo apparenti, imitano gli uomini di potere. Un’attitudine quasi barocca e una riaffermazione della vita in un Paese per secoli sfigurato dalla guerra e dalla distruzione. Ecco perché ho chiesto a Freddy Tsimba, che crea le sue sculture con bossoli vuoti raccolti nelle zone di guerra, di usarli per costruire la scenografia: un sipario dorato solo all’apparenza decorativo, in realtà simbolo dell’onnipresenza della guerra civile. Coup fatal è un tributo alla musica barocca, ma anche all’oscura eleganza del Congo».
In «Coup Fatal» Kakudji e Cassol hanno immerso il grande repertorio barocco nella cultura congolese, nello specifico hanno sviluppato e concretizzato l’ipotesi apparentemente ardita di mescolare la grande tradizione barocca, Haendel e Gluck, con le sonorità della musica popolare congolese, il rock e il jazz. I clavicembali e violini sono stati sostituiti da chitarre, xilofono, balafon, likembe e percussioni. Il progetto ha preso vita sotto la direzione di Cassol e del chitarrista Rodriguez Vengama, fondatore del gruppo Les Salopards. Per la prima volta Alain Platel è alla guida di soli musicisti, tredici in tutto, anche se lui stesso dichiara che «il mio è piuttosto un contributo al progetto per quanto riguarda la creazione teatrale e coreografica. Ho imparato molto dagli artisti di Kinshasa. Mi hanno veramente cambiato la vita!...I ritmi congolesi rendono le partiture antiche ancora più belle. Io poi sono un patito degli incontri con stili di vita e percorsi musicali diversi. Ritengo che proprio in quella zona di confine la danza contemporanea debba oggi andare a cercare idee per conquistare un nuovo pubblico e trasmettere messaggi in grado di raggiungere sempre più persone».
La scenografia è stata affidata a Freddy Tsimba - artista che ha fatto parlare di sé per le sue sculture che sono una protesta contro i conflitti e un monumento alle devastanti tragedie umane causate dalla guerra – ed è semplice ed essenziale, costituita da seggiole e pochi altri elementi che suggeriscono la vita notturna afropolitana. In questo spazio i 13 musicisti e il cantante suonano e danzano, in realtà danzano poco, si tratta più di partiture coreografiche, perché questo non è uno spettacolo coreografico. La danza di ispirazione popolare africana ha il solo scopo di rendere più animata e viva la presenza della musica, guidata dalla voce affascinante e singolare di Kakudji. «Coup Fatal» è un esperienza a tratti magica, è un esplosione di vitalità, positività e speranza.