Prosa
CYRANO DE BERGERAC

Cyrano: un riuscito ritorno al testo in versi.

Cyrano: un riuscito ritorno al testo in versi.

Scritta nel 1897 su commissione dell'attore Benoît-Constant Coquelin Cyrano De Bergerac è la commedia di maggiore successo di Edmond Rostand che ha conosciuto moltissime trasposizioni, cinematografiche, musicali, televisive e letterarie e altrettante traduzioni.
La prima traduzione italiana, del 1898, è di  Mario Giobbe  che licenziò una versione in versi martelliani (cioè settenari doppi), alquanto libera e interpretante.
Basti pensare che la celebre definizione del bacio come un apostrofo rosa tra le parole t'amo in Rostand è "un punto rosa che mettiamo sulla i del verbo amare " (un point rose qu’on met sur l’i du verbe aimer).
Fino agli anni settanta del secolo scorso le innumerevoli messinscene del Cyrano conoscono quest'unica traduzione in versi.
Poi, nel 1977,Maurizio Scaparro incarica Franco Cuomo di tradurre nuovamente il testo, stavolta in prosa, con un intento polemico verso versi dell'originale che va al di là dell'esigenza di ripristinare i tradimenti dall'originale di Giobbe.
Matteo Fasanella del Darkside LabTheatre Compaby sente l'esigenza di ritornare all'originale in versi e mette in scena il testo nella versione di Giobbe.

L'approccio di Fasanella al testo in versi è squisitamente attoriale e si fonda nel piacere della sfida: è possibile recitare il testo di Giobbe dando a Cyrano la stessa verve e credibilità delle versioni in prosa?
La risposta è affermativa.
Fasanella e il suo gruppo di attori (e attrice) riescono egregiamente nel lavoro di restituzione del verso costruendo la credibilità dei personaggi senza che la bravura declamatoria sfoci mai nel narcisismo attoriale affabulatorio.

La messinscena è elegante e intelligente  e sfrutta in maniera creativa il minuscolo Teatro Stanze Segrete moltiplicando lo spazio scenico, adoperando, in un passaggio adiacente alla stanza dove palco e platea trovano posto comune, un velatino sul quale viene proiettata le silhouette degli attori, raccontando alcune scene di battaglia con una elegante rivisitazione del teatro delle ombre.

Fasanella,che oltre a firmare la regia interpreta Cyrano, sfronda il testo per esigenze di organico (l'originale prevede diverse scene di massa impossibili da realizzare) e si concentra sulla storia d'amore che attanaglia Cyrano lui così brutto innamorato della donna più bella.
La messinscena privilegia  l'aspetto romantico (nel senso storico del termine che allude più alla morte che al lieto fine) con una regia energica sia nella recitazione che nella partitura sonora (che sottolinea troppo sentimenti e azioni diventando a tratti invadente e sovrabbondante) mentre la differente caratura degli attori e dell'attrice, pur evidente, non disturba più di tanto.

I tagli effettuati cancellano il contesto sociale e politico nel quale Rostand aveva immerso i suoi personaggi e la storia d'amore, a cominciare dalla splendida scena d'apertura nella quale pubblico borghese, nobile e popolare - convenuto a teatro - rivela differenti ascendenze culturali e comportamenti in platea.
Le trame di vendetta e ricatto agite dai nobili, la rete di amicizie e protezioni, le splendide notazioni nell'atto quarto sullo spirito di corpo dei guasconi, che Cyrano difende trattando con rimprovero il loro comandante, vengono tutte perse restituendo un Cyrano più vulnerabile all'amore di quanto non sia nell'edizione integrale.

Complice l'indole recitativa di Fasanella che si smarca dalla tradizione del Cyrano smargiasso e spaccone dandocene una interpretazione intimista, interessante sì, ma che contribuisce a mettere tra parentesi tutto il portato etico e politico (nel senso di vita nella città) che Rostand imbastisce.
Lo spettacolo ha però il grande pregio di dimostrare che una versione in versi del testo ancora oggi sia praticabile (magari in una nuova traduzione lirica) presentando al pubblico, con coerenza e convinzione, un lavoro onesto, serio e pienamente riuscito. Una messinscena tutta da vedere.
 

Visto il 26-01-2017
al Stanze Segrete di Roma (RM)