Il ricco cartellone del Teatro dell’Opera di Roma affianca alla stagione operistica ed a quella dei balletti un breve ciclo di concerti sinfonici che vedono di solito a confronto lavori del Novecento e contemporanei con grandi pagine del periodo classico e romantico. L’ultimo di questi concerti ha visto sul podio dell’Orchestra di casa il maestro tedesco Lothar Koenigs per un programma che va "Da Beethoven a Schonberg", passando per Wagner.
Prologo femminile
Dopo una breve introduzione di Stefano Catucci la serata musicale inizia con il coro femminile del Teatro diretto da Roberto Gabbiani, che si schiera ai lati della platea ed esegue il breve brano di Alfred Schnittke (1934 -1998) Stimmen der Natur op.79. Dopo un lungo prologo a bocca chiusa in pianissimo il volume sale gradualmente e tutte le voci si alternano in un suggestivo intreccio accentuato dall’effetto stereo a simulare i suoni della natura fino ad un ritorno al silenzio.
Grande suggestione e pubblico pronto all’ascolto della Kammersinfonie n. 2 op. 38 di Arnold Schonberg. Si tratta di un lavoro meno ostico di quelli esplicitamente dodecafonici, il riferimento tonale è presente e, nella seconda parte “Con fuoco”, emergono anche sonorità complesse che ricordano la produzione di Stravinskij di inizio secolo. E’ poi la volta di Richard Wagner con i Wesendonck-Lieder un ciclo di cinque lieder con le parole di Mathilda Wesendonck, poetessa dilettante, che ospitò Wagner e sua moglie a Zurigo dopo la fuga da Dresda a seguito dei moti del 1849 a cui aveva partecipato. Molte delle idee musicali del Tristano appaiono in questo ciclo e l’interpretazione di Rachel Nicholls, che ricordiamo come straordinaria Isotta diretta in questo teatro da Daniele Gatti, ancora una volta regala molti brividi al pubblico romano.
L’apoteosi della danza
E’ la famosa definizione che Wagner dette della Sinfonia n.7 in la maggiore op.92 di L. V. Beethoven che chiude il concerto. Si tratta di uno dei lavori più eseguiti della storia della musica ed è conosciutissimo anche da chi normalmente non frequenta le sale da concerto per la sua brillantezza ritmica e per il clima gioioso che trasmette.
E’ inconcepibile un ascolto disattento, la partecipazione dell’ascoltatore è imposta dalla successione di idee straordinarie e coinvolgenti a cui è impossibile sottrarsi. L’orchestra di casa, favorita anche dall’acustica accentuata dal posizionamento del palcoscenico quasi al centro della platea, ha dato il meglio di sé sotto la guida esperta di Lothar Koenigs ed il pubblico, in cui si sono visti molti giovani, ha suggellato la serata con gli applausi delle grandi occasioni.
Spettacolo: ”Da Beethoven a Schonberg”
Visto al Teatro dell’Opera di Roma.