Lirica
DIALOGUES DES CARMéLITES

Le Carmelitane di Poulenc, la preziosa riproposta curata da Emma Dante

Dialogues des Carmélites
Dialogues des Carmélites © Fabrizio Sansoni

Con il nuovo sovrintendente Francesco Giambrone prosegue il percorso di ricerca e proposta di titoli poco consueti, la Stagione 2022-2023 del Teatro dell’Opera di Roma si è inaugurata infatti con Dialogues des Carmélites di Francis Poulenc dall’omonimo dramma di Georges Bernanos.

GLI SPETTACOLI
IN SCENA IN ITALIA

Le monache e Il Terrore

La vicenda si riferisce ad un episodio realmente accaduto durante il cosiddetto Terrore il 17 luglio 1794 quando vennero giustiziate sedici monache carmelitane scalze di Compiègne che avevano rifiutato di rinunciare ai voti come imposto dai rivoluzionari. Tutta la comunità monastica sotto la guida della Madre Priora scelse allora il martirio come atto di consacrazione per chiedere a Dio la pace per la Chiesa e per lo Stato. Il convento fu requisito, le consorelle furono arrestate e trasferite a Parigi dove dopo un sommario processo, furono ghigliottinate.

Il ruolo agiografico dell’episodio storico nella cultura cattolica ha poi contrassegnato il confronto tra credenti e laici nelle epoche successive fino a quando Georges Bernanos nel 1947 ne trasse un dramma teatrale di grande successo. L’editore Ricordi propose allora a Francis Poulenc di ricavarne un’opera che fu rappresentata in italiano alla Scala nel 1957.


Era l’epoca della contrapposizione feroce tra la chiesa di Pio XII e l’ateismo di stato dell’URSS e i comunisti venivano considerati discendenti dell’illuminismo laicista. L’opera fu considerata da qualche zelante cattolico come una denuncia della crudeltà rivoluzionaria, mentre all’opposto in un mondo musicale che vedeva affacciarsi Stockhausen e Boulez, Poulenc fu considerato un passatista reazionario.

Come sempre la storia fa giustizia e oggi l’opera è considerata giustamente un capolavoro e viene riproposta sempre con grande apprezzamento del pubblico.

Bogdan Volkov e Corinne Winters

La preghiera è il dovere, il martirio la ricompensa

La lettura che la regia di Emma Dante propone privilegia la femminilità delle protagoniste, il loro essere state “sorelle, amanti, corpi desiderati, donne sensuali” prima di entrare in convento. I ritratti femminili di David che costituiscono la scenografia le mostrano ammiccanti, seduttive, discinte in contrasto con la severa condizione monastica e forse in contrasto anche con l’immaginario di Bernanos e Poulenc. 

Gli abiti non sono monacali, ma costumi sfarzosi con riflessi d’oro con copricapi che rimandano alle aureole dei santi. L’atmosfera è sempre violenta, dalle mortificazioni corporali imposte alle novizie alle parole dei sanculotti che irrompono nel convento, fino alla prigionia e alla ghigliottina. L’unico breve momento di serenità c’è quando, in abiti civili, assaporano un momento di libertà prima della prigione e volteggiano sul palcoscenico in bicicletta.

Anna Caterina Antonacci

Grande equilibrio su una lettura morbosa

La direzione di Michele Mariotti enfatizza il ritmo e i contrasti ben assecondata dall’orchestra in gran forma, i frequenti interventi in ‘fortissimo’ degli ottoni non disturbano mai il canto che si distende raramente e procede in una sospensione espressiva trascinando l’ascolto verso il dramma. Un miracolo di equilibrio, grande direttore. La sintonia con la lettura morbosa della regìa è totale, le atmosfere musicali introducono con efficacia la narrazione e i personaggi. Agghiacciante il suono della ghigliottina ripetuto per ogni condannata.

La compagnia di canto è stata all’altezza della situazione, Anna Caterina Antonacci impressiona per la sua interpretazione della Madre Priora che muore nelle prime fasi della vicenda, Corinne Winters vive con passione le inquietudini e i drammi della protagonista Blanche, brillante Emoke Barat nel ruolo della disinvolta Constance.

Ekaterina Gubanova e Corinne Winters


Ewa Versin  interpreta con efficacia il ruolo della nuova Priora, Ekaterina Gubanova perfetta nelle vesti di Marie de L’Incarnation, molto bene Boogdan Volkov di cui ricordiamo il bellissimo duetto con la sorella Blanche, Alessio Verna è l’autoritario commissario. Bene tutti gli altri.

Il Coro sotto la guida del nuovo direttore Ciro Visco ha offerto la consueta ottima prova, ricordiamo il commovente Salve Regina finale.

Emma Dante si avvale dell’opera degli abituali collaboratori, Carmine Maringola per le scene, Cristian Zucaro per le luci e Vanessa Sannino per i bellissimi costumi.
 

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Visto il 29-11-2022