Prosa
DON CHISCIOTTE

Don Chisciotte nel grande carisma di Alessio Boni

Alessio Boni
Alessio Boni © Lucia de Luise

Il Don Chisciotte, nell’adattamento di Francesco Niccolini, è una pièce di grande intensità, a tratti comica, e con un ritmo drammaturgico sempre sostenuto. Soprattutto è arricchita da una carismatica interpretazione di Alessio Boni capace di costruire un Don Chisciotte perfetto: determinato, energico, visionario e allo stesso tempo renderlo reale.

GLI SPETTACOLI
IN SCENA IN ITALIA

Serra Yilmaz, Alessio Boni


Lo spettacolo, liberamente tratto dal Don Chisciotte della Mancia di Miguel de Cervantes Saavedra, intriga il pubblico con una trama chiara che è frutto di un adattamento efficace, aspetto per nulla scontato vista la dimensione immaginaria e onirica del romanzo. 

Anche le battute sarcastiche di Sancho Panza e alcuni inserti comici ben studiati, come gli atteggiamenti di Ronzinante o gli interventi della moglie Sancho Panza, funzionano efficacemente colpendo la platea che risponde con risate e applausi.

La critica al materialismo e al tramonto degli ideali

Miguel de Cervantes Saavedra scrisse Don Chisciotte della Mancia per esprimere la sua critica alla nobiltà spagnola dell’epoca, che riteneva inadeguata al XVII secolo, e soprattutto alla decadenza degli ideali che avevano caratterizzato i secoli precedenti. 

Alessio Boni, Serra Yilmaz


Don Chisciotte della Mancia, scritto utilizzando elementi del genere epico-cavalleresco e di quello picaresco, è stato pubblicato in due volumi nel 1605 e 1615 ed è spesso considerato il primo romanzo moderno.

Don Chisciotte è la storia di un hidalgo spagnolo che si appassiona di romanzi cavallereschi a tal punto da diventare egli stesso un cavaliere errante e, proprio come nei libri, armato di spada, lancia e armatura, si mette in viaggio con il suo cavallo Ronzinante, trascinando con sé un contadino, divenuto scudiero Sancho Panza, con la consapevolezza di combattere per un ideale etico ed eroico: riparare torti e difendere i deboli. 


Ma è un tempo che non ha più spazio per le avventure, così il cavaliere inizierà a combattere contro avversari immaginari, frutto della sua follia, con risultati sempre disastrosi e tragicomici, suscitando l’ilarità di coloro che assistono alle sue maldestre imprese.

Ottimo adattamento ma poca musica

L’adattamento di Francesco Niccolini e la regia a più mani di Roberto Aldorasi, Alessio Boni e Marcello Prayer hanno condensato efficacemente sia la trama sia il messaggio del romanzo di Cervantes: credere in una propria visione del mondo, andare controcorrente, combattere per un ideale fino alla follia che rende capaci di imprese eroiche. 

Alessio Boni, Serra Yilmaz


L’interpretazione di Alessio Boni è di grande intensità, carica di carisma e davvero istrionica: Don Chisciotte ha la voce perentoria, si dimena, corre, delira, sogna in preda alle sue visioni. Funziona a tal punto che gli spettatori quasi vedono davvero ciò che Don Chisciotte immagina! Serra Yilmaz è un Sancho Panza divertente, forse un pochino atipico, ma drammaturgicamente complementare al Don Chisciotte di Boni. 

La performance di Francesco Meoni nei panni di Teresa Panza è irresistibile e originale, mentre Biagio Iacovelli è eccezionale nel muovere Ronzinante: le movenze del cavallo, persino le orecchie e la coda, sono così reali che si finisce per convincersi che sul palco ci sia un vero ronzino!


Buona la scenografia, molto semplice, composta da pochi elementi, allo stesso tempo versatile, specie in abbinamento ai giochi di luce sapientemente dosati. Poco utilizzato, invece, l’accompagnamento musicale che poteva rappresentare un valore aggiunto alla dimensione visionaria e onirica dell’opera.

In conclusione Il Don Chisciotte è una rappresentazione intensa, qualitativa, divertente e con un cast trascinante.
 

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Visto il 04-03-2023
al Manzoni di Milano (MI)