Allo storico Teatro Elfo Puccini è il momento di una tra le più famose delle rappresentazioni teatrali: il Don Giovanni.
“Don Giovanni, cenar teco”, è quindi in scena presso il Teatro Eflo Puccini dal 2 al 13 maggio. Lo spettacolo, per la regia di Antonio Latella, che ne ha curato la drammaturgia con Linda Dalisi, è prodotto dalla Stabile/Mobile Compagnia Antonio Latella. Il regista partenopeo, attore fino al 1997 e ora regista di punta della scena italiana, avendo raccolto dal 2001 già due Premi Ubu, un Premio Gassman e due Premi Girulà oltre ad altri riconoscimenti.
Come spesso accade per le rappresentazioni teatrali storiche, con già importanti rivisitazioni altrettanto famose, è sempre difficile presentare qualcosa di drammaturgicamente diverso, culturalmente interessante e piacevole. Nel caso in questione c’è chi preferirà il Don Giovanni di Frisch, chi avrà amato il Don Juan di Moliere e infine gli appassionati dell’opera Don Giovanni di Mozart.
Nel sua idea di Don Giovanni, Antonio Latella, prova a fondere insieme Moliere, Frisch e Mozart. Lo stesso regista definisce il protagonista come un "vampiro della vita che, dove vede amore si butta per nutrirsi e vivere, non per amare, ma per innamorarsi di quello slancio di amore ancora incontaminato e possederlo, per poi gettarlo via una volta posseduto".
Ciò che ne risulta è uno spettacolo a tratti visionario, che unisce caratteri da teatro dell’assurdo ad aspetti da teatro sperimentale. Ostenta una sessualità kitch ed esibita, alternando monologhi quasi filosofici a momenti di comicità “bassa”, infine ad attimi di alta recitazione. Anche volgarità e scandalo possono essere sostantivi adatti in alcuni momenti della rappresentazione, specie in riferimento ad alcuni aspetti dei costumi o ad alcune pose di scena. Dall’adattamento drammaturgico traspare un fondamentalismo marcato, una modernità avanguardistica e un’aggressività spiccata decisa dalla scelta del registro utilizzato in alcuni dialoghi. Alla fine, come pure all’intervallo, il pubblico pare parzialmente frastornato, tuttavia applaude convinto.
La trama vede Don Giovanni (l’ottimo Daniele Fior), attraverso il suo complice Sganarello (Massimiliano Loizzi), fuggire dall’appena sedotta Donna Elvira (Valentina Vacca), per tuffarsi alla ricerca di nuove avventure, incappando nell’appena conosciuta Charlotte (Caterina Carpio) e ritrovando la già sedotta Mathurine (Candida Nieri). Attraversando una serie di dissolute vicissitudini che porteranno il libertino alla sua fine. Completano il cast Giovanni Franzoni nei panni di uno scandalosissimo Pierrot e Maurizio Rippa nella sapiente interpretazione di Don Luigi, oltre che ottimo contraltista.
L’organizzazione scenica è assolutamente originale, seppure con impronta piuttosto complessa e forse di nicchia. Scene e costumi di Fabio Sonnino, luci di Simone De Angelis.