Prosa
FEMININUM MASKULINUM

Femininum Maskulinum: l’ennesimo tiro messo a segno da Giancarlo Sepe

Femininum Maskulinum: l’ennesimo tiro messo a segno da Giancarlo Sepe

Nuova opera di Giancarlo Sepe, Femininum Maskulinum è un tributo alla libertà di espressione, un omaggio a tutti quegli artisti che sono stati (e sono costretti) a cercare in un altrove la loro realizzazione personale.

Ambientato nella Berlino che inizia a vedere Hitler come nuova stella del firmamento politico, Femininum Maskulinum narra di uomini e donne costretti a fuggire dal regime per avere salva la vita. Dal declino della Repubblica di Weimar all’America, la lotta e l’addio al proprio paese per trovare quelle promesse mancate di libertà culturali, politiche e sessuali. Un viaggio che parte dalla disumanità e approda nella terra delle opportunità.

Gli inizi della lotta

Due corpi nudi in scena, liberi di esprimersi al sole e corpi vergini da sperimentare, così si apre la scena; la quiete possibilista e ottimista di un giovane popolo, quello tedesco, che si riflette come massima espressione negli artisti, forti del messaggio che la Repubblica di Weimar ha pronunciato a gran voce: libertà.

Purtroppo l’idillio dura poco, la scena diventa frenetica come frenetici furono i primi anni 30: le necessità diventano esistenziali, la ricerca artistica lascia spazio a quella di un luogo sicuro dove pensare al futuro o semplicemente studiare una strategia contro il fascismo sempre più dilagante.


Tra uomini e donne comuni spiccano il regista Billy Wilder, ebreo di origine austriaca che per mantenersi lavorava come ballerino per signore sole e il Premio Nobel Thomas Mann, inizialmente restii a lasciare il loro paese ma successivamente piegati a questo destino, guidati da quella indifferenza del regime, pericolosa per sé e per la famiglia.

Colpisce il personaggio di Hitler, dipinto quasi innocente nella sua perversione e nella sua morte, quella che ha segnato al contempo la morte degli ideali mal interpretati e soprattutto subiti. Una morte a specchio con la figura americana di Al Capone: seppur con regole diverse, ha limitato una parte del sogno americano e in scena, ha offerto spunti di riflessione.

Suoni, colori e poche parole

Femininum Maskulinum è l’ennesimo tiro messo a segno da Sepe. Il suo Teatro è unico, riconoscibile, inimitabile. Con un’attenzione certosina nei confronti delle parole (poche e mirate), la cura nella scelte musicali di ogni genere e lingua, il lavoro sui corpi degli attori (un lavoro corale straordinario) rimane uno dei pochi artigiani del mestiere, colui che sa da chi farsi affiancare e soprattutto, che ha sempre ben chiaro il messaggio che vuole trasmettere.

Ogni gesto, cambio luce, movimento, sono la storia che raccontano. Lo fanno in modo spudorato, mistico, metodico e selvaggiamente realistico. Femininum Maskulinum ti tiene incollato alla sedia: quando inizia vorresti non finisse mai.

Visto il 10-04-2024
al La Comunità di Roma (RM)