Un po’ opéra-comique, un po’ opera pop

Un po’ opéra-comique, un po’ opera pop

Continua la stagione di apprezzate riscoperte al Teatro dell’Opera di Roma, è la volta di Fra Diavolo di Daniel Auber su libretto di Eugene Scribe, popolarissima e spesso citata, ma assente da Roma da più di un secolo. L’Opéra-comique è un genere di spettacolo molto frequentato nell’Ottocento, che prevede un intreccio continuo tra parti musicali e interventi parlati, simile a quello che possiamo trovare nel Musical, ed inizialmente in questa versione è stato presentato al suo esordio nel 1830. Ma l’influenza del melodramma italiano, ha condizionato le successive edizioni con l’inserimento dei recitativi al posto degli interventi parlati.

La musica non è memorabile, ma di grande efficacia narrativa. Le numerose parti solistiche consistono spesso in strofe (Couplets) alternate a ritornelli con lo stesso testo, nelle scene d’insieme, come tributo al gusto italiano dell’epoca, appaiono concertati in cui, contemporaneamente, ciascuno dei personaggi fa il proprio commento. Le citazioni della musica di Rossini sono esplicite e costituiscono un vero e proprio omaggio al celebrato maestro.

La vicenda

La vicenda si svolge a Terracina, una località esotica per il gusto francese dell’epoca, abitata da gente un po’ primitiva divisa tra le ambiguità della terra dei papi ed i barocchismi della corte borbonica. I briganti, realmente esistiti, erano personaggi tipici di quel mondo, delinquenti talvolta seducenti, ma pur sempre delinquenti. La figlia dell’oste Zerlina, innamorata del brigadiere Lorenzo, sta per andare sposa controvoglia ad un ricco possidente, quando arriva una coppia di nobili inglesi appena derubata dalla banda del brigante Fra Diavolo.

Arriva anche un Marchese, Fra Diavolo travestito, che provando a sedurre la dama inglese Pamela, cerca di recuperare la parte del bottino che era stata occultata. In un turbinio di equivoci, di inganni e di colpi di scena alla fine il bottino viene recuperato, la banda arrestata e Zerlina riesce ad evitare il matrimonio e ad unirsi al suo Lorenzo.

La messa in scena

Il regista Giorgio Barberio Corsetti ambienta la vicenda nell’estetica pop degli anni sessanta del novecento, nell’Italia del boom che scopre le spider e le vacanze balneari. Colori saturi, abiti floreali e cappelli di paglia. La scenografia dello stesso regista e di Massimo Troncanetti, è un trionfo di videoart che integra le scene fisse prodotte per la prima volta con stampanti 3D, una gioia per gli occhi ed un contributo straordinario alla narrazione.

Esemplare la parte musicale con i suoni calibrati dell’orchestra ben diretta da Rory Macdonald con tutti i cantanti perfetti nei loro ruoli, in particolare John Osborn nella parte del Marchese, Sonia Ganassi ironica e ingenua Lady Pamela e Anna Maria Sarra seducente Zerlina. Il palcoscenico è affollato dai ballerini del Corpo di ballo, coreografo Roberto Zappalà, e dagli artisti del Coro diretto da Roberto Gabbiani.