«Tra Gershwin e la danza vi è stata una grande storia d'amore». Ce lo dice Mauro De Candia, impegnato al Cantiere d'Arte di Montepulciano 2024 con l'ultima sua coreografia, appositamente commissionata dal Cantiere, ed intitolata appunto Gershwin postcards.
Uno spettacolo che intende essere un appassionato omaggio al grande compositore americano, in bilico fra musica colta e jazz mainstream, la cui vena creativa sfornava a getto continuo melodie che spesso parevano nate per essere ballate, nelle ball-room come nei suoi musicals.
«A testimoniarlo non sono solo i grandi classici del cinema dell'epoca d'oro di Hollywood, con star come Fred Astaire, Ginger Rogers e Gene Kelly. E' la musica stessa di Gershwin che sembra trovarsi a suo agio se accostata alla danza».
La musica era l’aria che respirava
E' sera, sul palco allestito di fronte al Duomo in Piazza Grande vediamo sistemarsi un trio di versatili musicisti jazz – il clarinettista perugino Gabriele Mirabassi, ed i pianisti Manuel Magrini ed Enrico Mirabassi – chiamati ad eseguire dal vivo, e con qualche dose d'improvvisazione, un turbinoso medley di musiche di Gershwin, in buona parte tratte dal suo song-book.
Per poi arrivare, verso la fine, ad un travolgente arrangiamento per piano a quattro mani della Rhapsody in blue, aperta dal celebre glissato del clarinetto. Amatissima pagina orchestrale, una prodigiosa e variegata commistione di spunti musicali differenti - compie oggi giusto un secolo di vita - definita dal suo stesso autore “una sorta di multicroma fantasia, un caleidoscopio musicale dell’America, col nostro miscuglio di razze, il nostro incomparabile brio nazionale, i nostri blues, la nostra pazzia metropolitana”.
Una scena che pian piano si riempie
Davanti, sull'ampio tavolato racchiuso da alcune quinte candide, ci viene proposto un succedersi di quadri danzati dall'intenso afflato drammaturgico, nei quali De Candia alterna soffi di poesia e squarci ironici, affidato alla Compagnia Cantiere Danza. E' una formazione composta, in questo particolare contesto poliziano, da nove giovani talenti emergenti.
Hanno un'età compresa fra i 14 ed i 20 anni, provengono da alcune scuole di danza italiane selezionate da Azzurra di Meco, coordinatrice del progetto legato a Gershwin Postcards. Questi i loro nomi: Yuexuan Alessio Castellino, Eleonora Cima, Virginia D'Ancona, Giulia Larossa Esposito, Giacomo Pio Greco, Paolo Giovanni Grosso, Francesco Guarino, Vittoria Pennacchini, Tommaso Ruggeri, Alice Tenaglia. Giovani promesse della danza, alcune dei quali rivelano già delle interessanti potenzialità artistiche.
A dare loro man forte troviamo un ballerino appena più anziano di loro, ma già in carriera. Vale a dire il ventunenne Giulio Diligente, da poco accolto tra le fila del corpo di ballo del Finnish National Opera and Ballet di Helsinki. Un vero figlio d'arte – i primi passi da enfant prodige nella scuola di danza dei genitori ad Aversa – dalle notevoli risorse espressive, dotato di un talento naturale che si è ben affinato negli studi e nella continua pratica. Da tenere d'occhio, ci darà grandi soddisfazioni.
Un accostamento coreutico molto eloquente
Lo schema coreografico di De Candia procede dritto, con un'accorta leggerezza e forte incisività drammaturgica, proponendo una serie di pannelli coreografici di dinamicità ed energia man man crescente che danno ampio spazio alle giovani forze in campo, lasciando a Diligente il compito di svolgere alcuni energici, scattanti interventi in duo od a solo.
Il numeroso pubblico accorso alla performance – le poltrone di Piazza Grande sono quasi esaurite per l'unico appuntamento del Cantiere con la danza - ricambia alla fine musicisti, ballerini e coreografo con generosi e lunghi applausi.
Costumi molto raffinati, non firmati; scene e luci sono di Gianni “Giaccio” Trabalzini; assistente alla coreografia Marine Sanchez-Egasse. Lo spettacolo è stato realizzato in collaborazione con l'Associazione Arte&BallettO.