Danza
GIULIETTA E ROMEO

Teatro gremito per il Giuletta e Romeo, ma...

Teatro gremito per il Giuletta e Romeo, ma...

A Macerata teatro gremito, posti esauriti da giorni, come ci si aspettava per il nome in cartellone. Che non era il Raffaele Paganini di precedenti edizioni. Ma tal Kledi Kadiu, famosissimo? Per tutti ma non per me che, evidentemente, non frequento abbastanza la televisione e certa carta stampata (io, evidentemente, uomo dell'Ottocento). Perchè, in biglietteria, mi hanno chiesto: “Sei qui anche tu per Kledi?” e io, confesso, non sapevo assolutamente chi fosse. Fino a quel momento. Poi tutto ha avuto una sua logica ed ho capito (ero stupito da tanto clamore per questo balletto), la popolarità televisiva, ragazzine e signore impazzite, urla e flash a profusione durante lo spettacolo.

Questo è stato, confusione e rumori in platea. Ma per fortuna c'è stato anche altro, sul palcoscenico. C'era la sempre bella coreografia di Fabrizio Monteverde, ambientata senza forzature nel secondo dopoguerra. Che si apre con un muro decrepito, la tragedia collettiva lasciata alle spalle (la guerra) e la tragedia individuale (l'amore) verso cui si va ineluttabilmente. Porte che non si aprono, nonostante Romeo sbatte insistentemente. Porte che rimangono chiuse. Le madri dei due protagonisti hanno uno spazio gestuale ampio, più studiato e più influente alla vicenda che in altre occasioni, rivelandosi le tessitrici della trama, una su una sedia a rotelle (l'incapacità di agire in quella prigione dei sentimenti) fa gesti imperiosi con il dito, l'altra vacua e superficiale (l'incapacità di amare in quella aridità d'amore) si aggira per attirare a sé le sorti della vicenda. Monteverde ha una cifra riconoscibile, fluidi e ripetuti movimenti delle braccia, spesso a mani congiunte, braccia intorno al capo, quasi una ritualità.

Corpi morbidi in una personalissima sintesi di classico e moderno. E crea immagini di forte impatto, estetico ed emotivo: la scala a pioli dell'inizio con i ballerini appesi; la sedia a rotelle sulla ripida pedana; il letto con la spalliera che si apre come un libro; Giulietta che si cala dal balcone con una sorta di efficacissimo free climbing; la governante incestuosa, quasi a richiamare quella, scandalosissima (all'epoca) di Brancati, in provincia passata anni fa sul palcoscenico del Feronia di San Severino. La coreografia è costruita su brevi frammenti che percorrono fedelmente la storia, più per immagini che con racconti. Se Giulietta è una convincente, virginale Noemi Arcangeli, nonostante gli applausi del pubblico non soddisfa il Romeo di Kledi Kadiu: favorevole è l'aspetto fisico, ma il ballerino non ha l'allure interpretativa necessaria ad un ruolo così impegnativo. Notevoli imprecisioni nella Compagnia, ma la musica di Prokof'ev, anche registrata, è sempre un'emozione. Quel pubblico, rumorosissimo e poco attento, l'avrà percepita?

Visto il 03-11-2007
al Lauro Rossi di Macerata (MC)