Prosa
GIUSTO LA FINE DEL MONDO

Tra le alte mura e i gremiti …

Tra le alte mura e i gremiti …
Tra le alte mura e i gremiti palchi del piacevolissimo Piccolo Teatro Studio va in scena “Giusto la fine del mondo” seconda fase del “Progetto Jean-Luc Legarce” curato da Luca Ronconi. Jean-Luc Lagarce, scrittore francese morto precocemente nel 1995 dopo aver contratto l’aids, è l’autore contemporaneo maggiormente inscenato nei teatri transalpini. Grazie a Luca Ronconi ed al suo progetto è finalmente stato portato in Italia esordendo al Piccolo Teatro di Milano il 27 gennaio 2009 con l’attesissimo “I pretendenti” per la regia di Carmelo Rifici, allievo dello stesso Ronconi. Seconda tappa del progetto è invece “Giusto alla fine del mondo” che ha debuttato in prima nazionale il 28 marzo, sempre al Piccolo Teatro Studio. Questa seconda opera vede alla regia proprio Luca Ronconi il quale ha scelto per la rappresentazione un cast di attori molto affiatati e con i quali ha già lavorato numerose volte, da cui spicca la lunga collaborazione con Riccardo Bini, iniziata sin dal 1985. Melania Giglio, Pierluigi Corallo e Francesca Ciocchetti, oltre che allo stesso Bini, nella stagione teatrale in corso sono inoltre diretti, sempre da Ronconi, in “Sogno di una notte di mezza estate”. Completa il cast Bruna Rossi che con la Giglio, Corallo e Ciocchetti ha recentemente inscenato “I pretendenti” nel primo appuntamento del “Progetto Jean-Luc Lagarce”. “Giusto alla fine del mondo”, dramma teatrale diviso in quattordici scene più prologo, epilogo e intermezzo, narra le vicende del figliol prodigo Louis (Riccardo Bini) che torna in visita alla sua famiglia dopo anni di distacco. Silenzioso, riflessivo e in apparenza sereno, con la consapevolezza di morire di lì a poco, torna dai suoi cari ai quali vorrebbe spiegare alcune cose senza però riuscirvi. La madre (Bruna Rossi) è indifferente verso la sua omosessualità, mentre con il fratello Antoine (Pierluigi Corallo) prosegue il rapporto conflittuale che ne ha caratterizzato l’infanzia. Quest’ultimo, difatti, se da una parte teme di riscoprirsi simile al fratello per via delle radici comuni, d’altro cantò ne invidia l’indipendenza e l’equilibrio. Suzanne (Melania Giglio), sorella di Louis e Antoine, per destino è prigioniera della famiglia e, molto più piccola dei fratelli, è cresciuta nel mito di Louis immaginando una proiezione inesistente dello stesso e scontrandosi con la ben diversa realtà esplode di rancore. Infine Chaterine (Francesca Ciocchetti), moglie di Antoine, è intimorita dalla diversità di Louis e la situazione di turbamento la porta a commettere un’infinità di gaffes. Ognuna delle diverse scene è quasi un collage di monologhi nei quali uno dei personaggi, che però trova sempre un interlocutore, ha il predominio della scena rispetto agli altri attori. Dramma teatrale piuttosto complesso e dal linguaggio a tratti sconcertante, esprime la difficoltà nel verbalizzare emozioni e pensieri comuni a tutti, così profondi ed allo stesso tempo confusi e laboriosi, attraverso una rara complessità verbale. E qualora servano troppe parole per esprimersi, ecco il muto isolamento di Louis a contrapporsi alla voglia impossibile d’espressione dei familiari. Tra gli altri spicca la grandissima presenza scenica di Riccardo Bini, realmente in grado di esprimere visivamente ciò che è impossibile a parole. Ottima interpretazione di Melania Giglio capace di una voce che ammalia e risuona, splendida nelle incertezze e nel rancore del suo personaggio. Perfetta la regia di Ronconi cosi come la scenografia e le luci che armonizzano il tutto. Milano, Piccolo Teatro Studio, 03/04/2009
Visto il
al Della Pergola di Firenze (FI)