Angela Finocchiaro è la protagonista di uno spettacolo divertente, carico di comicità e allo stesso tempo capace di far riflettere: Ho perso il filo, testo di Walter Fontana, sviluppa un soggetto ideato dalla stessa Finocchiaro, e diretto da Cristina Pezzoli.
Non è né un monologo, né uno spettacolo comico, ma un mix di comicità, recitazione, danza e acrobazie. È uno spettacolo leggero che affronta temi complicati attraverso un’artista, Angela Finocchiaro, che si dedica al suo pubblico con un lavoro autobiografico e introspettivo.
Alla prova nel ruolo di Teseo
Ho perso il filo inizia con un prologo della Finocchiaro che spiega lo spettacolo: “Portando al cinema i miei figli per mostrargli il mio ultimo film, mi sono sentita rispondere di far sempre le stesse cose! Così mi è venuta voglia di mettermi alla prova in un ruolo diverso. Un uomo. Un eroe. Teseo!”.
Se il ruolo che interpreta è inedito, la costante è la stralunata comicità e autoironia che caratterizzano la Finocchiaro e che si ritrovano anche in questo spettacolo come una garanzia di risate.
E' un’eroina pasticciona che parte per un viaggio e si perde in un labirinto, anche grazie alle dispettose Creature, i ballerini, che la disorientano. Una metafora con la quale vengono raccontati, in modo divertente, alcuni aneddoti del passato dell’artista milanese: il primo bacio, il rapporto con la nonna e la madre, i tentativi di educazione dei figli, gli inizi teatrali e persino qualche lato meno politically correct, tutti aspetti nei quali il pubblico può facilmente riconoscersi e, per una volta, riderci sopra.
La Finocchiaro come una vera eroina affronta prove di coraggio, supera trabocchetti, e quando sembra sconfitta riesce a rialzarsi vincendo il Minotauro in un finale inaspettato.
Il Minotauro come metafora delle nostre paure
Ho perso il filo ha il pregio di basarsi su un testo ben scritto che, unito alle grandi capacità comiche di Angela Finocchiaro, è davvero capace di far riflettere, con estrema leggerezza, su argomenti complessi che caratterizzano la vita di tutti i giorni di ognuno di noi.
Scoppiettante e divertente l’ora iniziale, mentre nella parte centrale dello spettacolo il ritmo rallenta eccessivamente e, infine, intrigante la parte conclusiva nella quale si superano le ansie e le paure, il proprio Minotauro.
Molto interessante la contrapposizione fra gli sketch comici e la fisicità dei sei ballerini che interpretano le Creature del Labirinto, danzatori acrobatici capaci di compiere evoluzioni sorprendenti e di interpretare egregiamente le splendide coreografie ideate da Hervé Koubi, un vero valore aggiunto allo spettacolo.
Decisamente efficacie la scenografia: apparentemente semplice e scarna, si rivela, invece, moderna e molto duttile. Una sorta di pannelli mobili, o gigantesche “tende”, di dimensione differenti, sui quali vengono proiettate le parole che danno voce al Muro del Labirinto oltre che disegni e scenari ben concepiti.
In conclusione Ho perso il filo è una rappresentazione efficace nel divertire il pubblico, e Angela Finocchiaro si dimostra ancora una volta un’artista capace di una comicità intelligente e originale.