La buona riuscita dell'opera verdiana I due Foscari, andata in scena al Carlo Felice di Genova, deve molto al suo protagonista, il baritono Franco Vassallo: decisivo e incisivo dalla prima all'ultima nota cantata nel ruolo di Francesco Foscari.
GLI SPETTACOLI
IN SCENA IN ITALIA
Impresa non facile in una delle opere meno frequentate del repertorio verdiano, e quindi priva di celeberrime arie note al grande pubblico. E' stata comunque un successo, con il teatro quasi pieno in tutte le recite.
L'opera genovese è stata ripresa dall'edizione andata in scena nel 2016 alla Scala. I due Foscari è un'opera che spesso appare lugubre più che tragica. C'è pochissima azione, tanto che lo stesso Giuseppe Verdi temeva l'effetto-soporifero negli spettatori (“Si rischia il mortorio”, aveva scritto).
I cattivi hanno una faccia sola, quella cattiva appunto, senza sottigliezze e sfaccettature psicologiche. Non c'è pentimento, non c'è redenzione. I cattivi vincono dall'inizio alla fine, i buoni sono sempre più sconfitti e l'ingiustizia trionfa al 100% con tanto di beffa finale.
Per fortuna il giovane Verdi nei suoi anni di sperimentazione ha saputo sopperire alla scarsa vena del librettista Francesco Maria Piave (tratto da Byron), con una musica coinvolgente e moderna, anche se priva di passaggi indimenticabili. Qui Verdi usa per la prima volta il leitmotiv.
Una scenografia asciutta, quasi scarna
La regia e le scene di Alvis Hermanis, scarne e asciutte, ricalcano l'esilità della trama. In una scena ci sono alcuni leoni di Venezia, dietro cui si nascondono dei figuranti; in un'altra c'è un letto a baldacchino: e stop. La profondità è data da cornici illuminate di diverso colore, con immagini proiettate sullo sfondo: efficaci in questo senso le luci di Gleb Filshtinsky.
Splendidi e ridondanti invece i costumi di Kristine Jurjàne, in grado di accendere di colore la scena e catalizzare l'attenzione sui protagonisti. Equilibrate e armoniche le coreografie di Alla Sigalova per il Consiglio dei Dieci, i Consiglieri e gli altri personaggi di contorno.
Il soprano Angela Meade, protagonista femminile nel ruolo di Lucrezia Contarini, è stata ottima nelle arie, come sempre, ma stavolta è sembrata un po' in affanno nei recitativi. Padrone degli acuti il tenore Fabio Sartori nel ruolo di Jacopo Foscari. Impeccabile il basso Antonio di Matteo nel personaggio odioso di Loredano.
Una sicurezza come sempre l'orchestra diretta da Renato Palombo: si è notato l'assolo del primo violoncello Riccardo Agosti nel secondo atto. Il Coro del Carlo Felice ha aperto e chiuso l'opera con autorevolezza, padronanza e presenza scenica.