Jurij Ferrini dirige e interpreta la riscrittura in chiave contemporanea che Natalino Balasso fa de I due gemelli veneziani, di Carlo Goldoni: un’operazione di puro e pungente divertimento, che si rivolge all’epoca attuale, riavvicinando il pubblico alle tematiche goldoniane, attraverso un vero e proprio spostamento dei personaggi e dell’ambientazione storica.
Lo spettacolo è infatti ambientato nei cosiddetti “anni di piombo”, un periodo in cui i giovani divoravano la vita e organizzavano movimenti di protesta, lottando per un futuro migliore. Lo spostamento d’epoca è sottolineato non solo dagli sgargianti costumi, ma soprattutto dalla pertinente colonna sonora che accompagna i cambi scena: tutti brani degli anni Settanta-Ottanta: da L’appuntamento, di Ornella Vanoni, a Comprami, di Viola Valentino, passando per Un corpo e un’anima, del duo Wess & Dori Ghezzi.
Una spassosa allegoria sul culto dell’apparenza
La curiosa similarità tra i giovani di quegli anni – operai e studenti, che spesso si identificavano dividendosi tra “rossi” e “neri” – si riflette, a mezzo secolo di distanza, sul nostro presente distopico.
Nella libera riscrittura di Natalino Balasso, le disavventure di due fratelli gemelli identici, che non si vedono da anni e per puro caso si ritrovano a Verona per sposarsi entrambi, oltre a scatenare una serie di spassosi equivoci, offre interessanti spunti di riflessione su temi quali il culto dell’apparenza, la manipolazione e le fake news.
Balasso si serve degli stessi meccanismi comici della commedia del 1747, rileggendola in chiave contemporanea. Lo scambio dei gemelli rimane centrale nella storia, ma viene ripensato per una società in emancipazione, come quella degli anni Settanta.
Personaggi più complessi
In questo adattamento, i personaggi diventano più complessi, lontani dagli stereotipi della Commedia dell’Arte; addirittura, non manca un riferimento alla situazione teatrale italiana nelle parole di Colombina (Marta Zito), che si rivolge al pubblico esclamando: “Sette attori per interpretare una commedia di 20 personaggi!”.
Maria Rita Lo Destro è una Rosaura emancipata, ma capace di esprimere numerose sfumature emotive; il terzetto formato da Federico Palumeri, Andrea Peron e Stefano Paradisi esprime al meglio – in tono comicamente grottesco – la natura ambigua e viscida dei rispettivi personaggi, rendendoli molto disinvolti e divertenti nell’esibirsi in occasionali movimenti coreografici.
Anche nel ruolo di un chirurgo plastico in giacca e cravatta, Francesco Gargiulo conferma la verve comica che lo contraddistingue e che tocca il proprio apice nel secondo atto, quando interpreta un iconico hippie.
La regia di Jurij Ferrini, anche interprete nel doppio ruolo dei gemelli Zanetto e Tonino, punta sulla semplicità della scenografia – realizzata da Eleonora Diana per agevolare i repentini ingressi/uscite di scena, non solo del protagonista, ma di tutti gli interpreti – e sul ritmo sostenuto dei dialoghi.