Il bugiardo è parte della "riforma goldoniana" con la quale Carlo Goldoni sconvolse il modo di fare teatro, a partire dal 1750, contrapponendosi alla commedia dell'arte. Bandite maschere, canovaccio e buffonerie e spazio, invece, a una struttura meno effimera e più efficace, ma allo stesso tempo accattivante e in grado di inserire una morale quale filo conduttore della trama.
Commistione di dialetti
La Repubblica di Venezia è lo sfondo perfetto: Lelio Bisognosi, dopo vent'anni di vita dissoluta presso uno zio a Napoli, ritorna in Laguna con il suo servo Arlecchino. Bighellonando per la città, prima di recarsi da suo padre Pantalone, incontra due giovani sorelle, Rosaura e Beatrice. Fingendosi un ricco marchese, Lelio in una sola nottata conquisterà le due donne, sbaragliando gli spasimanti Florindo e Ottavio. Le "spiritose invenzioni", come Lelio definisce le sue bugie, ben presto intrecciano ognuno dei personaggi in malintesi e litigi. La spirale di caos costringe Lelio a difendersi con invenzioni sempre più fantasiose e articolate. E lo scontro verbale genera una divertente commistione: il dialetto veneziano di Brighella si contrappone ai termini dialettali napoletani di Lelio.
Venezia e la moderna morale
Circa a metà, la rappresentazione viene spezzata da un moderno intermezzo: i personaggi per alcuni minuti smettono, in senso figurato, i loro i costumi, e ognuno ritorna sé stesso per una piccola, apparente pausa. L'espediente funziona e dà luogo a un dialogo rilassato, in apparenza (alici e sarde), ma che in realtà tocca temi delicati (le mega navi a Venezia, la Siria, la crisi delle botteghe, ecc). Il tutto perfettamente calato nelle regole goldoniane, una sorta di teatro nel teatro e con una morale imbrigliata da un intreccio spiritoso.
Il boomerang delle spiritose invenzioni
In breve si ritorna alle vicende del bugiardo: l'irresistibile Lelio (Geppy Gleijeses) è messo alle strette dalla coralità dei personaggi che finiscono per evidenziare i contorni della sua personalità, costringendolo a confessare le sue menzogne e a pentirsi. Particolarmente implacabili e risolutivi saranno il padre (Andrea Giordana) e la misteriosa Cleonice (Valentina Valsania). E nemmeno l'esilarante Arlecchino (Lorenzo Gleijeses) potrà intervenire per salvare la faccia del suo padrone.
Implacabile anche la morale di Goldoni: le bugie non portano nulla di buono. Il tutto, spiegato in maniera divertente, con numerosi passaggi capaci di strappare risate di gusto.