Danza
IL LAGO DEI CIGNI

Odette, Odile e Siegfrido: una favola moderna

Odette, Odile e Siegfrido: una favola moderna
Diventato ormai negli ultimi anni un appuntamento fisso, una sorta di incontro tradizionale pre-natalizio, anche quest’anno il Balletto di Mosca “La Classique” è stato ospite al Teatro Europa Auditorium, presentando due balletti del repertorio classico: “Il lago dei cigni” e “Lo schiaccianoci”; le due date hanno riscosso un enorme successo e registrato una notevole presenza di pubblico, che ha aderito con entusiasmo e partecipazione agli eventi. La compagnia Balletto di Mosca “La Classique”, la cui direzione artistica è affidata a Erik Melikov, attiva dal 1991, è un ensamble composto da 48 elementi fra corpo di ballo, solisti e primi ballerini, di rigorosa formazione accademica, provenienti dai più importanti teatri russi, come il Teatro Bolshoi di Mosca, il Kirov di San Pietroburgo, i teatri di Kiev e Odessa. Nel loro repertorio ci sono tutti i capolavori della danse d’école, della tradizione tersicorea, tra i quali Giselle, Don Chisciotte e la “Trilogia di Ciaikovskij” (“Il lago dei cigni”, “Lo Schiaccianoci”, “La bella addormentata nel bosco”), riproposti e reinterpretati dal coreografo Alexander Vorotnikov in versioni più attuali e di più ampio respiro, liberandoli da ridondanti ‘manierismi’ per adattarli al gusto del pubblico odierno che, pura amando e apprezzando il valore della tradizione, nello stesso tempo predilige mise en scène più moderne. “Il Lago dei Cigni”, uno dei più famosi e acclamati balletti del XX secolo, primo dei tre balletti di Pëtr Il'ič Čajkovskij, fu composto tra il 1875 e il 1876. Originariamente nasce dall’elaborazione di una composizione scritta da Piotr Ilyich Tchaikovsky nel 1871, con l’intento di divertire i nipotini durante una vacanza. La partitura rappresenta la rinascita musicale del balletto, dopo esempi ottocenteschi di scarso interesse musicale. “Il lago dei cigni” si ispira alla favola di J.k.A. Musaus “Il velo rubato”, simbolo del topos romantico di un amore impossibile, poiché ostacolato dal fato e dagli eventi. Sebbene esistano diverse versioni del balletto - la prima fu coreografata da Julius Reisinger sulla musica di Čajkovskij, la maggior parte delle compagnie di danza basano l'allestimento sia dal punto di vista coreografico che musicale sulla versione creata da Marius Petipa e Lev Ivanov per il Balletto Imperiale, presentato la prima volta nel 1895 al Teatro Imperiale Mariinskij, a San Pietroburgo. Lev Ivanov realizzò i celebri ed eterei “atti bianchi”, sono così definiti il secondo e quarto atto, una architettura di corpi in movimento: gruppi di cigni si muovano, creano immagini incrociandosi e snodandosi, formano stormi in volo e assumono pose e portamenti che richiamano quelli di veri cigni. Il secondo e quarto atto sono quasi magici, immersi in un atmosfera onirica e a tratti surreale, fantastica; ad essi, ambientati sulle rive di un lago, si contrappongono il primo e il terzo atto, ambientati a corte e contraddistinti dalla presenza di danze di carattere e “divertissement”, in cui il virtuosismo tecnico svolge un ruolo dominante. Questo allestimento de “Il lago dei cigni” mantiene intatto il fascino e l’eleganza della grande tradizione del balletto russo: una scenografia curata nei minimi dettagli si coniuga alla magistrale fattura dei costumi, confezionati con cura, rigore e rispetto dell’antica tradizione russa. Il Balletto di Mosca La Classique si distingue per la bravura e la preparazione dei suoi elementi, unita all’intensità e alla passionalità della loro interpretazione. Di estremo impatto è la compenetrazione tra musica e storia, tra l’immortale e struggente composizione di Čajkovskij e la vicenda, caratterizzata da una forte valenza simbolica: l’eterna lotta tra il bene e il male, che si esprime nel dualismo tra bianco e nero – tra il cigno bianco e il cigno nero, il tema del doppio, della mutevole e arcana natura della donna. Il personaggio di Odette-Odile racchiude in sé la conflittualità presente in ogni persona e in senso lato tra bene e male, tipica tematica romantica: Odette ha una natura forte, intensa, caratterizzata da un dolente lirismo, è una creatura delicata e eterea, al contrario Odile è sfrontata, aggressiva, dotata di una bellezza seducente e carnale. Simbolica è la figura del cigno e la sua natura: questi animali vivono profondamente e intimamente la vita di coppia, una volta che si accoppiano saranno legati per la vita, si ameranno fino alla morte. Quando uno dei due cigni muore, l’altro prova un dolore talmente intenso per la perdita che, non riuscendo a superarla, si lascia morire a sua volta: insieme per sempre, uniti fino alla fine. Da sempre l’immagine della fanciulla-cigno è la più famosa e rappresentativa del balletto classico. La componente musicale, in un balletto come “Il lago dei cigni", è fondamentale: movimenti di struggente dolcezza e languido abbandono si alternano a improvvisi accenti crudi e intriganti. L’esecuzione è stata impeccabile e toccante, gli interpreti straordinari: sono riusciti abilmente a far rivivere sul palco l’amore controverso e difficile tra Odette e Siegfrido; infatti alla fine il loro amore, nonostante tutto, trionfa, grazie all’entrata in scena del destino, elemento imprescindibile delle opere di Ciaikovksij. In seguito a innumerevoli peripezie, i due amanti riescono ad riunirsi e a stare insieme per sempre, uniti da un legame che sconfigge ogni ostacolo, perplessità, fragilità e incertezza. Un classico immortale, che ogni volta regala emozioni nuove e intense: la storia è sempre la stessa, ma ogni volta che ci viene raccontata sembra che sia la prima e torniamo tutti un po’ bambini, totalmente incantati, rapiti dai movimenti perfetti di questi longilinei corpi che hanno il potere di creare davanti ai nostri occhi un regno fantastico, un mondo parallelo, in cui ci lasciamo condurre e ci tolgono il fiato per lo stupore e la magica alchimia che sono in grado di evocare.
Visto il 22-12-2009
al EuropAuditorium di Bologna (BO)