Il marito invisibile è un testo di Edoardo Erba, sviluppato con una tecnica innovativa e originale, e soprattutto arricchito dalle divertenti interpretazioni di due attrici dalla comicità unica: Maria Amelia Monti e Marina Massironi.
È uno spettacolo che inizialmente sembra una sitcom televisiva, trasformandosi poi in una messinscena drammatica ed esistenzialista. Con Il marito invisibile Edoardo Erba, che ne ha curato anche la regia, approccia in maniera leggera un tema complicato che ha senz’altro toccato moltissime persone in questi ultimi anni: la solitudine, i rapporti umani e l’esistenza stessa come individui. La scelta di due attrici come Maria Amelia Monti e Marina Massironi è quasi sempre garanzia di divertimento anche su temi così delicati.
GLI SPETTACOLI
IN SCENA IN ITALIA
La realtà virtuale supera la realtà ordinaria
Il marito invisibile, anche se non direttamente esplicitato, sembra ambientato nel lockdown ed è la storia di una videochat fra due amiche cinquantenni: Fiamma (Maria Amelia Monti) donna sposata e con un matrimonio noioso, e Lorella (Marina Massironi) una donna single dalla tormentata vita amorosa.
In una videocall Lorella comunica a Fiamma una grande notizia: a sorpresa si è improvvisamente sposata con Lukas, un uomo appena conosciuto tramite un’app di incontri. Lukas sembra perfetto, ma ha una peculiarità: è invisibile. La rivelazione sconvolge Fiamma la quale crede che il lockdown e la solitudine abbiano messo in crisi psicologica Lorella. Le due amiche litigano, poi improvvisamente le parti si ribaltano, Lukas tradisce Lorella e questa ne rimane quasi annichilita, ripiombando nella piena solitudine. Il forte rapporto tra le due amiche, nonostante la distanza, farà riavvicinare le due donne fino al sorprendente epilogo.
Effetti speciali: il blue screen a teatro
La complementarità dell’ironia e del sarcasmo di Maria Amelia Monti con la comicità di Marina Massironi ha ricreato il feeling presente tra due vere amiche e questo, insieme alle indiscusse doti comiche individuali, è senz’altro il valore aggiunto della rappresentazione.
Il testo di Edoardo Erba è davvero valido, sopratutto per aver cercato di esplorare una difficoltà recente che in tanti abbiamo provato, ed è coraggioso poiché di non facile approccio. Lo spettacolo è anche una messinscena originale: il palcoscenico è sovrastato da due grandi schermi, i rispettivi video della call, ed è praticamente assente la scenografia, fatto salvo lo sfondo completamente blu utilizzato per l’effetto blue screen che applica uno sfondo virtuale diverso per ognuno dei monitor alle spalle delle attrici.
Questa scelta innovativa, mantenuta per l’intera rappresentazione, appare un po' troppo radicale e limitante: gli spettatori sono orientati a fissare i monitor in alto (anziché il palcoscenico) e si perde quindi l’idea di essere a teatro. Il sacrificio della scenografia, per simulare meglio l’effetto della call, risulta eccessivo e probabilmente sarebbe stata più efficace una scenografia reale che avrebbe mantenuto l’importanza del palcoscenico.
Le attrici sono praticamente sempre sedute alle loro postazioni e in questo modo viene eliminate sia l’espressività del corpo sia l’interazione fisica tra loro (scelta voluta per simulare l’isolamento).
Molto interessante, invece, l’effetto dello scrolling del telefono proiettato sui monitor, così come anche le musiche a sottolineare la “presenza” dell’uomo invisibile. In conclusione Il marito invisibile è una rappresentazione capace di divertire il pubblico e di portarlo a ragionare su una problematica importante, migliorabile però nella messinscena per renderlo più “da teatro”.