Il sipario si apre su un’aula scolastica con i banchi sistemati lungo un piano inclinato. Basterebbe questo elemento scenografico – effettivamente un colpo d’occhio per nulla trascurabile – per spiegare la forza evocativa de Il nodo, testo firmato dalla giovane drammaturga americana Johnna Adams, interpretato da Ambra Angiolini e Arianna Scommegna.
Due donne forti, al centro di un intenso confronto su temi delicati e prepotentemente attuali (bullismo e omosessualità), tra il mondo della scuola e il complicato universo dei rapporti genitori-figli.
GLI SPETTACOLI
IN SCENA IN ITALIA
Lo scorrere inesorabile del tempo
Non è tanto il tema del bullismo giovanile a generare ansia nell’essere spettatori di questo colloquio, quanto la durata stessa di questo appuntamento tra una madre e un’insegnante, per certi versi inaspettato.
Il tempo è il terzo grande protagonista del testo: non si vede, ma se ne percepisce il fluire, scandito dallo snervante ticchettio di un metronomo, che si interrompe e riprende on regolarità per sottolineare frasi ripetute con evidente ridondanza, come “avevamo un appuntamento”, “me lo sono segnato”, “non pensavamo che sarebbe venuta”.
Vittime o carnefici?
La tensione emotiva è accresciuta dal fatto di non sapere (fino a un certo punto), cosa sia realmente successo al giovane Gidion, dopo la sospensione dalla scuola. È una vittima o è lui stesso un carnefice? Come in una tragedia greca, le due protagoniste si pongono delle domande, cercando di dare un senso al proprio dolore, smarrimento e soprattutto al reciproco senso di colpa.
Il nodo non è semplicemente un testo teatrale sul bullismo e sul rapporto tra la famiglia e la scuola, ma è un confronto lucido e spietato sulle ragioni che scatenano il fenomeno.
Il titolo originale, Gidion’s Knot, in inglese suona come gordian’s knot, il “nodo gordiano”: un'espressione legata alle gesta di Alessandro Magno, che indica un nodo impossibile da sciogliere se non con un taglio netto. Una metafora molto efficace, in base alla quale esistono conflitti che non possono essere sanati, ma affrontati con un taglio netto (o, alla peggio, accantonati).
La scuola è un campo di battaglia
L'intensa e toccante prova d'attrice di Ambra Angiolini acquista maggiore carica emotiva nel compulsivo atto del suo personaggio di svuotare velocemente e rimettere a posto la sua borsa; oppure quando la donna rovescia uno a uno (quasi) tutti i banchi della classe.
Arianna Scommegna trasmette quell’impassibile, ma doloroso sconforto di chi deve fare i conti con il fatto che, nella società di oggi, l’insegnamento viene ormai considerato un ripiego e non un ruolo che comporta responsabilità educativa.
La regista Serena Sinigaglia dirige un allestimento asciutto e profondamente emotivo, seguendo l’impostazione del testo originale: l’aula scolastica è il campo di battaglia dove le protagoniste vivono un conflitto intenso e coraggioso, che culmina in un abbraccio liberatorio per entrambe.