Lirica
IL SEGRETO DI SUSANNA | GIANNI SCHICCHI

Molte giovani forze in campo per il dittico che conclude la stagione lirica del Sociale di Rovigo

Il segreto di Susanna | Gianni Schicchi
Il segreto di Susanna | Gianni Schicchi © Valentina Zanaga

E' un bella prova di sinergia fra il Teatro Sociale ed il Conservatorio di Rovigo, il dittico formato da Il segreto di Susanna di Wolf-Ferrari e Gianni Schicchi di Puccini, pensato nell'ambito di un progetto di avviamento professionale che vede coinvolta anche l'Orchestra Filarmonia Veneta. 

Uno spettacolo messo a concludere degnamente la ricca Stagione lirica 2023/24 con due atti unici di carattere differente – un divertissement tenero e sentimentale il primo, uno scatenato e sarcastico match di caratteri il secondo – uniti però dal comune connotato comico.

Biagio Pizzuti ne "Il segreto di Susanna "

Un baritono di cospicue capacità recitative

Protagonista di entrambi è Biagio Pizzuti, che non molto tempo fa abbiamo apprezzato ne Il campiello – guarda caso, altra opera di Wolf-Ferrari – al Filarmonico di Verona. Ci piace, il baritono salernitano, non solo per l'indubbia disposizione alla sapida recitazione, messa qui a prova tanto con un personaggio irruente e fumino – il il geloso Gil – quanto con uno dai tratti beffardi e sulfurei, Gianni Schicchi; figura, fra l'altro, che qui debutta. 

Ma anche per la voce che si porta dietro, voc sonora, ben timbrata e flessibile; e per il congruo senso della parola, e la comunicativa spontanea. Cose che messe insieme sfociano in un personaggio pucciniano a tutto tondo, ironico e scaltro, e ben modulato al tempo stesso.

Deborah Solange Martinez ne "Il segreto di Susanna "

Dal Nicaragua all'Italia, per vera passione

Anche il giovanissimo soprano Deborah Solange Martinez – che dal natio Nigaragua è venuta a diplomarsi in canto a Parma – è sempre presente: prima come graziosa, civettuola e spigliata Susanna, poi come tenera Lauretta. Canta con spontanea espressività, ha buone doti naturali, e sa muoversi bene in scena; ma è indubbio come la gestione vocale abbisogni di ulteriore maturazione e maggior messa a fuoco. Le premesse per una lusinghiera carriera ci sono tutte.

Matteo Mezzaro e Deborah Solange Martinez in "Gianni Schicchi "


In un'opera corale qual è Gianni Schicchi, si sa, le parti di fianco prevedono più protagonisti, anche se solo Ranuccio beneficia di uno squarcio lirico, l'aria «Firenze è come un albero fiorito» che trova un irruente e consistente interprete in Matteo Mezzaro

Uno folto stuolo che troviamo valido e ben affiatato, e che vede inoltre Valeria Girardello (Zita), Francesco Toso (Betto), Andrea Pellegrini (Simone), Maurizio Lo Piccolo (Marco), Silvia Regazzo (Ciesca),  Stepan Polischchuck (Pinellino), ed il piccolo Stefano Sorodoc (Gherardino). 

Nonché alcuni studenti del Conservatorio locale, cioè Matteo Urbani (Gherardo), Yijun Huang (Nella), Yibo Zhang (Spinelloccio), Luo Zhiying (Amantio), Cristian Ucrainschi (Guccio). E da Rui Wang, un Buoso Donati che non parla, però domina la scena steso morto.

"Gianni Schicchi"

Orchestra estemporanea, direttrice di vaglia

L'Orchestra allinea insieme molti allievi e qualche docente del Conservatorio, oltre ad una decina di membri della Filarmonia Veneta. L'occasione ed il modo sono utilissimi ai bravi diplomandi dell'istituto rodigino per fare esercizio d'insieme; e qualche interessante talento tra essi spicca già.

Anche Elisabetta Maschio, che la dirige, proviene dalle sue aule: il carattere estemporaneo della formazione nole permette certo voli pindarici, ma il risultato complessivo, al di là di qualche incertezza, è abbastanza soddisfacente sia grazie all'impegno entusiasta dei giovani orchestrali, sia all'apporto di qualche strumentista esperto; ma sopra tutto grazie alla cura solerte, alla precisa concertazione ed alla notevole esperienza musicale della sua bacchetta.

Matteo Mezzaro, Deborah Solange Martinez e Biagio Pizzuti in "Gianni Schicchi "

Torna un'accoppiata vincente

A sua volta insegnante di arte scenica, dotata di buona esperienza teatrale, Anna Cuocolo mette in atto due rassicuranti regie che, nell'alveo della tradizione, hanno carattere vivace, e tanta immediata teatralità. Molto dinamiche e divertenti, sfruttano a fondo certe piccole, buone idee: per esempio, la scenetta iniziale dei domestici intenti al gioco di carte ne Il segreto di Susanna, oppure l'infarto 'in diretta' di ser Buoso Donati alle prime battute di musica

Fidato collaboratore – come ne La prova di un'opera seria di Gnecco, messa in scena sempre qui lo scorso anno – Giulio Magnetto si prende carico delle due differenti scenografie ricche di bei particolari; Cuocolo dei costumi, trasponendo l'atto unico di Puccini dalla Firenze del dugento ai primi decenni del secolo scorso. Non è cosa nuova, ma funziona sempre.
 

Visto il 19-04-2024
al Sociale di Rovigo (RO)