In scena c’è un muraglione pieghevole, mobile, avvolgente, protettivo o anche costrittivo e restrittivo: dipende dalle situazioni. Poi la poesia pura del Teatro con la T maiuscola, portato qui alle sue vette immaginative.
Il mondo dal nulla
Silvia Bennett e Amedeo Podda con la loro performance di Teatro Danza ricreano il mondo dal nulla: in questo caso addirittura dal silenzio. Lo spettacolo In…Segnami il Silenzio sarebbe tout public, e in effetti i bambini anche molto piccoli per un’oretta possono stare fermi in poltrona: incantati dalla magia del movimento acrobatico, dalle buffe espressioni dei protagonisti, dalle musiche avvolgenti, dai costumi quasi clowneschi.
In realtà i livelli di lettura sono molto più numerosi, e le atmosfere (con relative poetiche evocate) sono più adatte ad un pubblico non solo adulto ma anche emotivamente educato e sensibile. E’ un testo introspettivo, quasi psicanalitico, che ti porta a riflettere su tutto quello che riguarda la sfera dell’umano: la formazione dell’Io, in base alle circostanze esterne e alle proprie propensioni interne; la costruzione della propria emotività; la creazione e la gestione delle relazioni sociali; l’interazione con il mondo esterno, le aspettative degli altri, il destino che ti può dare un (presunto) handicap oppure no.
Forse un sogno
Lo spettacolo ha l’apparenza di un sogno, rappresentato nella forma di una storia umana qualunque.
Ci sono due esseri umani, che potrebbero avere qualsiasi età dai sette ai 97 anni: anche se in scena si presuppone che siano due bambini che giocano. Lei è sorda, la chiamano Orecchie Rotte: non si capisce se con affetto, per dileggiarla o per rimarcare la sua diversità. Lui è “normale”: anche se nel modo contemporaneo - e in questa pièce in particolare - l’aggettivo normale è destituito da ogni significato. Lei lo chiama Gambe Veloci.
Lei non parla, anche se forse potrebbe. Lei “vede” il suono sgraziato della sua voce nelle facce e nel turbamento degli altri: ed è una delle tante sinestesie di questo spettacolo. La voce maschile che si sente non è una voce: sono i pensieri di Gambe Veloci. Orecchie Rotte invece si esprime con il silenzio e il movimento.
Il silenzio è una dimensione dell’esistente, un mondo parallelo che contemporaneamente è in mezzo a noi. Lui la ama, di quell’amore puro, asessuato e senza età che c’è nei sogni e nei desideri. Lei vede la musica dai movimenti del corpo di lui e balla scatenata “Ça plane pour moi” del protopunk francese Plastic Bertrand. Lui la ama e vuole entrare nel suo mondo, ascoltare il suo universo fatto di segni e movimento; vuole abbattere le barriere della diversità. Lei gli apre le porte del suo giardino segreto, lui ci entra con il rispetto che si deve alle cose amate e delicate.
Alla fine, cinque minuti di applausi ritmati proprio sul ritmo incalzante di “Ça plane pour moi”. E per fortuna che i bambini piccoli in sala non capiscono il francese.