La platea è al completo. Le quinte e la scenografia sono completamente bianchi. Nel centro del palco, solamente una sedia, bianca anch’essa. È la cornice allestita per “Io, Ludwig van Beethoven”, diretto, scritto e interpretato da Corrado d’Elia.
Lo spettacolo, incentrato sulla vita di Ludwig van Beethoven, geniale compositore tedesco, cerca di svelare il mistero che ha avvolto uno dei più grandi classicisti viennesi, considerato talento assoluto, ma anche misantropo, duro e scontroso.
Di umili origini, Ludwig van Beethoven, discendeva da un umile famiglia fiamminga con tradizioni musicale. Il padre era musicista tenore alla corte del principe arcivescovo Clemente Augusto di Baviera, ma era anche brutale uomo dedito all’alcol, che istruì il figlio Ludwig in modo duro, e che una volta intuito le qualità di questi, decise di trasformare il piccolo dodicenne Ludwig in un bambino prodigio al fine di arricchirsi, obbligandolo prima ad estenuanti esercitazioni notturne, poi a umilianti esibizioni di corte.
Nelle difficoltà il ragazzo crebbe e continuò a sviluppare le sue doti di musicista prima e di compositore poi, riuscendo infine ad affermarsi a corte per la sua musica sino a essere considerato uno tra i più grandi compositori di tutti i tempi.
Oltre alla vita del musicista, la rappresentazione di d’Elia analizza anche le difficoltà dell’uomo, dalla storia delle sue nove sinfonie, sino al malessere interiore legato alla sua malattia, l’ipoacusia, che da orecchio assoluto lo portò alla completa sordità, ma che non fermò Beethoven dal continuare a dirigere, comporre e suonare.
Corrado d’Elia, Premio Pirandello 2009 per essere tra le figure più complete nel panorama giovanile italiano, e Premio della Critica Italiana 2010 per essere una delle figure più complete dell’attuale panorama teatrale, ancora una volta e come ogni hanno in occasione degli spettacoli da lui interpretati riesce a scuotere il pubblico con la sua assoluta qualità interpretativa.
Davvero sublime nei panni di Ludwig van Beethoven, regala agli spettatori uno spettacolo piacevole e anche un momento culturale unico, riscoprendo una delle figure più importanti nella storia della musica. Infine, decisamente densa e apprezzabile la scelta musicale curata da Giulio Fassino con la consulenza di Andrea Finizio e Monica Serafini, che riproponendo le musiche di Beethoven creano una complementarità eccezionale con il recitato. Anche le luci che danzano a ritmo di musica, curate da Alessandro Tinelli, creano un armonia scenografica unica.
I lunghi applausi finali tributati dal pubblico ben evidenziano l’assoluto gradimento dello spettacolo. Successo decretato anche dal botteghino, che per fronteggiare prenotazioni e richieste, ha aggiunto repliche straordinarie in ben cinque serate! Qualcosa di davvero stupefacente per l’ambiente teatrale in questi ultimi anni.