"Di cosa parlo “IO” è cosa ardua a dirsi in tre parole ma sforzo e penna alla mano tratteggio le tematiche prescelte per far bene: e allora viene in mente una certa ostilità alla nascita, uno spreco di seme inopinato, un individualismo ideologico vicino allo sterminio. Ma ancora una volta lo spettatore si diverte è questo il suo limite."
I quadri di Mastrella vestono i personaggi di Rezza, questa volta i dipinti scendono dalla scena per dare vita a racconti di storie individuali dove la nascita di un IO da una coppia NOI è il fulcro degli eventi. Le tele rimarranno in scena, dopo esser state usate, come macchie di colore utili a dare luce a questo mondo grigio. Lo spettatore ride si diverte anche quando gli viene sputato in faccia un cartoccetto insalivato, ma del resto è saliva d’autore.
Una prosecuzione cronologica e tematica del primo spettacolo con lo spostamento del punto focale da un immobilità di scenografia e da un’interazione fra personaggi ad una mobilità e solitudine tra i personaggi.
Nel procedere degli eventi l’egocentrismo dell’IO si ridimensiona e passa da una forma inadatta agli spazi che la circondano ad un piccolo copricapo.
Anche questa volta l’amaro resta…ma anche questo spettacolo ci fa tanto ridere…