JAM

Il teatro e il gioco della rappresentazione

Il teatro e il gioco della rappresentazione

«Lo spettacolo che vedrete non esiste». Con queste parole si preannuncia la Jam Session di parole, movimento e creatività, offerta al pubblico napoletano lo scorso 29 ottobre al Nuovo Teatro Nuovo dal gruppo Improteatro, da oltre venti anni impegnato nel diffondere, anche fuori dai confini italiani, l’arte che fu quella della commedia italiana pre-goldoniana. Un gioco di straordinario coinvolgimento che ha visto protagonisti quattro bravissimi “jazzisti” della recitazione capitanati da Giorgio Rosa, che hanno fatto rivivere per un paio d’ore il vero senso del rapporto tra palco e arte scenica, spesso dimenticata in virtù della contemporaneo intellettualismo drammaturgico.

Un’improvvisazione teatrale che non ha nulla a che vedere con il metodo d’improvvisazione utilizzato nei laboratori di psico-drammaturgia o di training teatrale, che la utilizzano come mezzo; ma che ha come finalità lo scopo del teatro vero: un rapporto con il pubblico che in sala offre spunti, interagisce, pone condizioni, o semplicemente ride, applaude e risponde alle sollecitazione degli artisti in scena. In una ciotola dei bigliettini, che gli spettatori, sollecitati dagli organizzatori della serata, hanno riempito di frasi, parole e provocazioni, vengono di volta in volta sorteggiati per offrire una traccia a mini-rappresentazioni che prendono corpo sul palco in maniera estemporanea e che, senza apparente premeditazione, assumono di volta in volta gli stili del musical, del dramma d’amore elisabettiano, della favola, del thriller, e di una serie di stereotipi teatrali che ricordano gli “Esercizi di stile” di Raymond Queneau; un gioco che, in uno scoppiettante finale, si amplifica in una rielaborazione dello stesso canovaccio secondo i vari generi, sulla falsariga delle “Dodici Cenerentole” di Rita Cirio.

Rosa, vero mangiafuoco di questo folle teatro di marionette umane, riesce a condurre la serata in maniera impeccabile, dirigendo sapientemente il dapprima ritroso poi più che coinvolto pubblico, e a creare personaggi e situazioni con il collettivo apporto dei suoi attori, a cominciare da un ineccepibile Alessandro Cassoni, talentuoso attore che percorre in maniera intelligente e con sofisticato buon gusto la strada della caratterizzazione incentrata sull’ambiguità sessuale, per poi passare alla frizzante e duttile Deborah Fedrigucci, e all’esuberante e creativo Massimo Ceccovecchi. Una serata, questa organizzata dall’associazione Coffee Brecht, referente napoletano del gruppo Improteatro, che ha sicuramente lasciato di buon umore il pubblico, rigenerando il suo rapporto con il mezzo teatrale in maniera intelligente e formativa, e che può avere un suo naturale seguito attraverso la frequentazione del corso di formazione per impro-attori che comincerà il prossimo 7 novembre, presso lo spazio Start-Interno 5, in via San Biagio dei Librai, 121, curato dallo stesso Giorgio Rosa e dalla sua equipe.

Visto il 29-10-2011
al Nuovo di Napoli (NA)