Torna sul palco uno dei musical più apprezzati e festeggia anche una data importante: 30 anni di Jesus Christ Superstar in Italia, l’opera rock più amata ispirata al mitico film del 1973 diretto da Norman Jewison con testi e musiche di Andrew Lloyd Webber e Tim Rice, e per questa nuova edizione sale sul palco un nuovo cast, fatto di attori super rodati, ma anche di prestigiosi nomi internazionali.
La potenza delle due nuove voci
Il regista Massimo Romeo Piparo lo ha dichiarato apertamente, questa nuova "Limited Edition" vanta un binomio davvero eccellente che si vede e si “sente”. Sul palco a interpretare Maria Maddalena è la star internazionale Anggun, che con i suoi tratti asiatici ricorda molto l’attrice originale del film Yvonne Elliman, e che incanta grazie ai sinuosi gesti delle mani e ai virtuosismi della voce che l’hanno resa famosa (celebre la sua hit Snow on the Sahara), intonando la celebre romanza Everything’s alright e ancora più potente su I don’t know how to love him, la canzone che segna la sua vera redenzione.
Nel ruolo di Gesù, dopo aver ricevuto il testimone direttamente da Ted Neeley, indimenticabile interprete della pluripremiata pellicola (che ha anche partecipato allo show nelle ultime 10 edizioni) è il talentuoso Lorenzo Licitra, il 33enne cantautore e performer siciliano, già vincitore di programmi di successo come X-Factor e Tale e quale Show, che con la sua voce tenorile non teme l’importante confronto col predecessore e che sin dalla prima ha dimostrato padronanza di scena, in un ruolo dove non mancano cambi di registro come nell’iconica Gethsemane (I only want to say).
Cosa rende magico lo show
Lo spettacolo, prodotto da PeepArrow Entertainment, è interamente eseguito in lingua inglese. Da citare anche gli altri bravissimi interpreti che tornano a dare ulteriore energia come il super rodato duo Francesco Mastroianni (Caifa) e Paride Acacia (Hannas) e Claudio Compagno (Pilato) e il giovane Simone Giorgio Adamo.
È felice il ritorno di Feisal Bonciani nel ruolo di Giuda, che ha all’attivo oltre 10 anni di repliche e che riesce sempre a emozionare con l’intensa interpretazione, rimandando al compianto Carl Anderson (da giovane) del film. Torna sul palco anche Frankie hi-nrg mc, considerato uno dei precursori del rap italiano, che nel ruolo di Erode decide di firmare una ecclettica piccola chicca per gli appassionati del genere, ri-arrangiando il famoso brano King Herod’s Song con le sonorità, i panni e il ritmo hip-hop, includendo nel pacchetto ironiche collane d’oro e una vistosa pelliccia leopardata.
Un gioco di rimandi
Torna a posizionarsi sul palco l’immancabile orchestra dal vivo diretta dal maestro Emanuele Friello, ma questa volta su una piattaforma girevole, alternandosi ai protagonisti dei molteplici cambi scena, inclusi i ballerini diretti dal coreografo Roberto Croce, che ripercorre i passi delle coreografie anni ’70 e sfrutta ogni angolo di impalcatura e il cambio costumi di Cecilia Betona, con tessuti e forme che si rifanno alle zampe d’elefante e alle stampe optical e floreali.
L’allestimento (a tratti essenziale) curato da Teresa Caruso (che richiama alle impalcature nel deserto e al tempio con le scale visto sulla pellicola), si impreziosisce di nuovi supporti multimediali, come le antiche colonne romane che diventano originali schermi (tornano i capitelli allo Chapiteu).
Sullo sfondo digitale i versetti del Vangelo, e in un gioco di ombre il pannello trasparente (mentre Gesù in scena riceve le trentanove frustate) serve a raddoppiare la toccante proiezione delle immagini dei martiri contemporanei.
Piparo si diverte e giocare con attori, ballerini e cameraman anche sul finale, quando il teatro strizza l’occhio alla televisione, imitando il live show (che era già avanguardia nel film) e il racconto della Passione di Cristo si conclude con la trascinante Superstar, un trionfo di frange, parrucche e pagliette argentate tutto da ballare, e quel motivo che ti entra in testa e non esce più.