Sicuramente la più attesa tra le stelle della lirica che hanno impreziosito il ricco cartellone dell’Arena Opera Festival 2021, il tenore Jonas Kaufmann ha debuttato nell’anfiteatro veronese in una serata di gala a lui dedicata, accompagnato dal soprano Martina Serafin e dall’Orchestra della Fondazione Arena diretta dal Maestro Joachen Rieder.
Il programma era impaginato per far risaltare al meglio le caratteristiche vocali del tenore bavarese, che gli consentono di mietere successi sia nel repertorio tedesco che in quello italiano.
Un Wagner convincente anche se non sempre a fuoco
Il repertorio tedesco ha il suo fulcro in Richard Wagner, ed è infatti su partiture del compositore di Lipsia che si è declinata la prima parte della serata, apertasi con il preludio del terzo atto di Lohengrin e proseguita con la scena tra Sigmund e Sieglinde dal primo atto di Die Walküre. Kaufmann, perfettamente a suo agio in questo titolo, peraltro interpretato più volte in teatro, ha dato prova delle sue indubbie qualità.
Il timbro è privo di quello squillo bronzeo che caratterizzava i classici heldentenor ed il registro centrale tradisce bruniture che tendono al baritonale, tuttavia la voce è in grado di plasmare ogni sillaba in un minuzioso lavoro di cesello che esalta il connubio testo-musica, su cui è incentrata la poetica wagneriana.
Al suo fianco Martina Serafin è stata una Sieglinde dal timbro solido e di grande tensione drammatica. Nonostante l’esecuzione fosse in forma di concerto entrambi i cantanti si sono immedesimati con grande credibilità nei loro ruoli, imprimendo tridimensionalità ai rispettivi personaggi.
Al suo fianco Martina Serafin è stata una Sieglinde dal timbro solido e di grande tensione drammatica. Nonostante l’esecuzione fosse in forma di concerto entrambi i cantanti si sono immedesimati con grande credibilità nei loro ruoli, imprimendo tridimensionalità ai rispettivi personaggi.
Al contrario l’Orchestra della Fondazione Arena ha confermato quanto già si era intuito nel concerto wagneriano dello scorso anno, ovvero una scarsa frequentazione con questo repertorio che si è tradotta in un’esecuzione non perfettamente a fuoco, che ha rivelato più di un’incertezza nonostante l’impegno profuso dal podio.
Il grande repertorio italiano e sette bis
La compagine orchestrale è sembrata decisamente più a suo agio nel repertorio italiano, a partire dalle due pagine sinfoniche che hanno intervallato le singole arie, ovvero la sinfonia dalla Forza del destino e l’intermezzo da Manon Lescaut. E proprio con la Forza del destino si è raggiunto il momento clou della serata, con l’esecuzione dell’aria “O tu che in seno agli angeli” nella quale Kaufmann ha sfoggiato le sue doti di straordinario fraseggiatore in un’interpretazione dolente, ricca di chiaroscuri e di grande raffinatezza.
È vero che in questo repertorio, ancor più che in Wagner, si è sentita la mancanza dell’acuto squillante, ma ciò è stato ampiamente compensato dalla morbidezza dell’emissione e da una linea di canto pressoché ineccepibile. Nel successivo “Vieni t’affretta accendere” dal Macbeth di Verdi Martina Serafin è stata una Lady sanguigna e volitiva, dalla voce piena e rigogliosa, nonostante qualche asprezza negli acuti.
La conclusione del programma prevedeva una selezione dall’Andrea Chénier di Giordano di cui sono state eseguite “Un dì all’azzurro spazio”, “La mamma morta” ed il duetto finale, che hanno sostanzialmente confermato le caratteristiche dei due cantanti.
Gli applausi entusiasti del pubblico che esauriva l’anfiteatro e le continue chiamate a proscenio hanno dato vita ad una vera e propria terza parte del concerto caratterizzata da ben sette bis. Kaufmann dato prova della sua vena più lirica con due perle pucciniane: “Nessun dorma” da Turandot e “E lucean le stelle” da Tosca, per poi cimentarsi nel repertorio della canzone italiana con “Mattinata” di Leoncavallo, “Non ti scordar di me” di Bixio e “Ombra di nube” di Licinio Refice, mentre Martina Serafin ha preferito l’operetta viennese con due brani di Lehár: “Meine Lippen, sie küssen so Heiß” da Giuditta ed il duetto dalla Vedova allegra eseguito in coppia con Kaufman che ha visto i due esibirsi anche un romantico valzer.