Lirica
JULIUS CAESAR

Un successo per la prima assoluta di Julius Caesar di Battistelli all’Opera di Roma

Julius Caesar
Julius Caesar

Le inaugurazioni delle stagioni operistiche hanno grande rilievo mediatico e, anche per ragioni di costume, sono eventi da ricordare. Per questo i grandi teatri si rivolgono quasi sempre a rivisitazioni prestigiose di opere di repertorio, insomma, anche per scaramanzia, si preferisce non rischiare. 

Il coraggio dimostrato dal Teatro dell’Opera di Roma di iniziare con un lavoro inedito di un autore contemporaneo va quindi particolarmente apprezzato. Julius Caesar di Giorgio Battistelli con la regia di Robert Carsen collocato a inizio stagione è stata una scommessa audace premiata dai consensi del pubblico. 

> GLI SPETTACOLI IN SCENA <


Il libretto, in inglese, è una revisione dell’omonima opera di Shakespeare realizzata da Ian Burton, che ha conservato spesso anche brani del testo originale. Tra i miti della storia il posto di rilievo che ha l’assassinio di Cesare da parte di Bruto, suo possibile erede, e degli altri congiurati è diventato il simbolo del tradimento. Le Idi di marzo sono ormai entrate nel linguaggio comune ad indicare un tragico appuntamento con il destino. 

Robert Carsen colloca la scena nell’emiciclo di un’aula parlamentare, con gli scranni ricoperti di velluto porpora, il colore della dignità degli imperatori. I personaggi sono vestiti con abiti moderni, alcuni portano una 24ore, la ritualità è analoga a quella delle moderne riunioni politiche. L’efficace macchina scenica, che costituisce la tribuna, ruota su se stessa e mostra la sua armatura ad indicare un ambiente astratto quando l’azione si colloca fuori dalla sede politica. 

La forza eterna del populismo 

Il vero protagonista della tragedia è Bruto diviso tra l’amore per Cesare e quello per la patria. Dopo essersi reso conto della volubilità della plebe che lo abbandona irretita dal nuovo tribuno Antonio, si suiciderà insieme agli altri congiurati realizzando così la vendetta del tradito. 

I personaggi in scena sono numerosi, oltre a Cesare, ben rappresentato nella sua autorevolezza da Clive Bayley, sono presenti i congiurati guidati dal Bruto di Elliot Madore, con Cassio (Julian Hubbard), Casca (Michael J.Scott). Antonio, che ripete con le parole di Shakespeare la sua famosa orazione, è efficacemente interpretato nella sua ambiguità da Dominic Sedwick. L’unica donna presente tra i protagonisti è la Calpurnia di Ruxandra Donose, grande presenza scenica, oppressa dall’inquietudine e dall’angoscia dopo i cupi presagi sul destino del marito. 

Teatro con musica 

L'impegno dei cantanti è soprattutto teatrale, il canto vero e proprio è quasi assente, un efficacissimo declamato intonato permette di cogliere tutte le parole mentre della musica si occupano quasi esclusivamente l’orchestra e il coro. La musica è figlia del nostro tempo, asprezze taglienti, esplosioni, clusters in un’atmosfera perennemente cupa e tragica, non ostiche all’ascolto, quanto presumibilmente difficili nell’esecuzione. 

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Protagonista un imponente set di percussioni collocato nei primi palchi di platea con un suggestivo effetto stereo. La grande cultura musicale di Giorgio Battistelli, nello svolgersi della tragedia, regala forse involontarie suggestioni wagneriane, del Verdi più cupo, addirittura dello Zaratustra straussiano o il ghiaccio delle battaglie di Prokofiev. O, forse, è solo la nostra fantasia che suscita fantasmi. 

La direzione di Daniele Gatti e la bravura di questa magnifica orchestra hanno sottolineato con grande efficacia narrativa ogni sfumatura del gravoso impegno esecutivo. Il Coro, diretto da Roberto Gabbiani, non è stato da meno, impegnato anche fisicamente nelle scene di massa, i lupercali, la rivolta, con suoni apparentemente caotici e particolarmente efficace negli interventi fuori scena. Due ore e mezzo (quasi tre con l’intervallo) sono volate. Pubblico entusiasta.

Visto il 23-11-2021