Musical e varietà
LA PICCOLA BOTTEGA DEGLI ORRORI

Una "piccola bottega" per tutti 

Una "piccola bottega" per tutti 

Lo spettacolo conclusivo della nona edizione del A Summer Musical Festival è La piccola bottega degli orrori, basato sull’omonimo film di Roger Corman (1960). La minaccia all’esistenza stessa della razza umana è sempre Audrey II, la pianta nata da un’eclissi di sole, che, nutrendosi di sangue, realizza tutti i  desideri di Seymour Krelborn, garzone in un negozio di fiori a Skid Row, sobborgo di New York.

Protagonisti di questo allestimento - che vuole essere un omaggio all’edizione 2001/2002 , prodotta dalla Compagnia della Rancia, con Manuel Frattini nel ruolo principale – sono i 39 allievi/performer che terminano il loro percorso formativo alla Bernstein School of Musical Theater di Bologna.

Grandi numeri di ensemble

Fabrizio Angelini firma regia e coreografie dello spettacolo, puntando su grandi numeri di ensemble, creati in evidente sintonia con le divertenti musiche di Alan Menken, che la frizzante direzione musicale di Gianluca Sticotti ha sapientemente valorizzato, anche in un contesto all’aperto.

Il fulcro della scenografia, realizzata in collaborazione con l’Accademia delle Belle Arti di Bologna, è l’ingombrante bancone, che si trasforma, assumendo posizioni e funzionalità diverse da una scena all’altra: in questo modo la regia risulta dinamica e può permettersi anche scelte coreografiche non convenzionali, talvolta meno riuscite (come, ad esempio, il tango corale del brano Mushnik & Son).

Giovani talenti

Le tre formidabili interpreti di Chiffon, Crystal e Ronette – che accompagnano il pubblico nella bizzarra e rassegnata routine di Skid Row  – dimostrano assoluta padronanza delle sfumature “black” delle rispettive  voci fin dalle prime note e la loro presenza in scena viene valorizzata dagli sgargianti colori dei costumi che indossano. 

Iris Trivisano sprigiona tutta l’inquietudine giovanile di Audrey, bella, sfortunata in amore e priva di certezze. Alessandro Pontenani, nel ruolo dello svalvolato dentista Orin Scrivello, sembra impersonare la versione sadica e tendenzialmente violenta di Danny Zuko e per questo la sua interpretazione non passa inosservata, ma nemmeno coglie nel segno; mentre l’empatia di Christian Votero con il personaggio di Seymour è totale: indole timida, impostazione della voce e presenza scenica adeguate al ruolo. 

La scena finale, con le facce di tutti i performer tinte di verde, è un autentico e apprezzato trionfo di clorofilla, che rende attuale il monito conclusivo dello show, Don’t feed the plants.

Visto il 10-07-2021