Quando la vita si intreccia al teatro accade l’impensabile: due attrici amate dal pubblico, vedove dello stesso uomo, decidono di realizzare il suo ultimo desiderio e realizzano uno spettacolo recitando fianco a fianco.
Il regista Pasquale Squitieri, scomparso poco tempo fa, voleva fortemente dirigere la compagna di una vita Claudia Cardinale e la sua ultima moglie Ottavia Fusco. Le due donne hanno deciso di portare in scena per omaggiarlo ”La strana coppia” di Neil Simon, coadiuvate dall’aiuto regista prediletto da Squitieri, Antonio Mastellone che per l’occasione ha ripescato gli appunti di regia del maestro.
“E’ stato lui, Pasquale Squitieri a volerci insieme in palcoscenico. Sognava da tempo questo progetto. Poi la morte se l’è portato via”, afferma Claudia Cardinale. “Pasquale voleva vedere riunite due parti importanti della sua vita. E si divertiva a pensarlo. Perciò ha concepito questo progetto. Come tutte le persone intelligenti, aveva grande ironia. Voleva vedere come ce la saremmo cavata e, per farci uno scherzo, ci ha lasciate sole a realizzare il suo sogno”, aggiunge Ottavia Fusco.
La strana coppia, commedia del misunderstanding
Una commedia resa famosa dalla versione cinematografica di Gene Sacks interpretata da Jack Lemmon e Walther Matthau, realizzata nel 1968 pochi anni dopo l’uscita della commedia di Simon. Nel 1985 lo stesso autore realizzò una versione al femminile dello spettacolo, portata al successo in Italia nell’adattamento con Monica Vitti e Rossella Falk.
Claudia Cardinale torna in scena dopo oltre dieci anni interpretando Fiorenza, casalinga di mezza età sull’orlo di una crisi di nervi a causa della fine del suo matrimonio prontamente aiutata dall’amica Olivia (Ottavia Fusco), ribelle e accanita fumatrice e giocatrice di poker che propone a Fiorenza una convivenza appunto “strana” che si rivelerà deleteria per entrambe. Fra differenze caratteriali incolmabili e misunderstanding in pieno stile americano le due donne fanno chiarezza nella matassa di problemi della loro vita, districando nodi dolorosi e perdonandosi a vicenda.
Sapori americani da sitcom
Una commedia di equivoci, giocata sul piano della leggerezza e dell’immediatezza recitativa e stilistica: partendo dalla scenografia che si affaccia sul cuore brulicante e luminoso di New York visto dall’appartamento di Olivia, passando per le fresche battute del gruppo di amiche di cui fanno parte le due donne e finendo ai sopratitoli proiettati durante il cambio dei quadri scenici, come se si stesse assistendo più ad una sitcom che ad uno spettacolo in teatro.“Donne americane frustrate” è la perfetta definizione delle protagoniste della commedia, pronunciata proprio dalla protagonista, e così fra discorsi leggermente sessisti e la cocente voglia di ribellione e di sentirsi ancora giovani e desiderabili si svolge la vicenda, leggera e frizzante.