Gianluca Guidi e Giampiero Ingrassia tornano insieme sul palcoscenico, protagonisti di un evergreen firmato Neil Simon: La strana coppia. Le esilaranti conseguenze della convivenza forzata tra Oscar Madison (cronista sportivo, disordinato e insofferente alla vita da scapolo, dopo la fine del suo matrimonio) e Felix Ungar (marito fedele e padre di famiglia devoto, ma pieno di complessi, maniaco dell’ordine e della pulizia) sono una trama ben nota a un pubblico trasversale, grazie soprattutto alla versione cinematografica con Jack Lemmon e Walter Matthau (1968).
Un revival rassicurante
Neil Simon è un formidabile “rappresentante di storie”, che non passano mai di moda; lo testimoniano i numerosi allestimenti andati in scena anche in Italia, dopo quello del 1966 con la regia di Garinei & Giovannini. Anche in questa occasione, il regista Gianluca Guidi ha deciso di mantenere il carattere “revival” dello show, puntando sul tema del “matrimonio fallito” e delle conseguenti difficoltà della vita da single, una circostanza sempre attuale.
Scenografia e costumi di Carlo De Marino (entrambi curati nel dettaglio e sobri) rispecchiano fedelmente l’ambientazione originaria (New York, anni Sessanta); il risultato è che il pubblico sa già cosa aspettarsi e si sente, in un certo senso, rassicurato dallo spettacolo cui sta assistendo.
Quella “comfort-zone” tra drammaturgia e regia
Particolarmente memorabili sono i piccoli dispetti di Oscar ai danni di Felix, all’inizio del secondo atto, quando Oscar (Guidi) cerca di contrastare le stravaganze del maniacale amico, con la beffarda disinvoltura di un crooner esperto.
Guidi e Ingrassia sono una coppia ormai collaudata sul palcoscenico e possono contare sul sostegno di tutta la compagnia: esilaranti ed efficaci le prove d’attore di Simone Repetto (nel ruolo del poliziotto Murray) e di Rosario Petyx (Vinnie), nella lunga scena del poker che apre il primo atto; così come le interpretazioni di Claudia Tosoni e Federica De Benedittis, nei ruoli delle inquiline del piano di sopra (in questa versione, due sorelle cinesi).
Al di là dell’abilità drammaturgica dell’autore – con battute che suscitano comunque la reazione entusiasta del pubblico – la regia di Gianluca Guidi sembra non uscire volutamente dalla “comfort-zone” di una drammaturgia che funziona, affidata all’interpretazione di due interpreti strepitosi; tuttavia, l’umorismo elegante e musicale di Guidi, unito a un irresistibile Ingrassia (in versione “casalinga disperata”), talvolta penalizzano il ritmo della commedia.