Recitazione asciutta, umorismo sottile. Non ci si può sbagliare. È lo stile inconfondibile di Benedetto Casillo a pervadere L’atelier dell’amore, commedia tratta dalla pochade Sarto per signora di Georges Feydeau. Il testo non perde smalto nel tempo, anzi, grazie all’adattamento dell’attore napoletano, riesce a mettere in evidenza paradossi e contraddizioni dall’esilarante potenziale comico.
Già dalle prime battute si coglie la verve che contraddistingue questo riadattamento. Il protagonista che entra in scena avvolto da giornali, è solo il preludio alle tragicomiche vicende narrate. Un medico Casanova pronto a spacciarsi per un sarto, una suocera invadente, et voilà, il gioco è fatto. Il tentativo di adulterio si tramuta in una spassosa serie di traversie tutte da ridere. Lo spettatore è coinvolto dal ritmo incalzante della recitazione, mai eccessiva nei toni, ironica quanto basta, l’interpretazione punta molto sulla mimica degli attori, che puntualmente riescono a delineare i propri personaggi, conferendo loro una caratterizzazione spiccata; i costumi in tal senso non fanno altro che sottolineare le personalità. La sceneggiatura, leggera e volta quindi al puro divertimento, viene “snocciolata” con disinvoltura, tra un imprevisto e l’altro. Un appuntamento piacevole all’insegna di un teatro d'altri tempi.