Il regista Marco Iacomelli ha riportato in scena L’attimo fuggente, adattamento teatrale firmato da Tom Schulman dell’omonimo film (premiato nel 1990 con l'Oscar per la migliore sceneggiatura), con protagonista un indimenticabile Robin Williams. Lo spettacolo, in scena dal 2019, è stato oggetto di alcuni cambiamenti, a cominciare dal protagonista: ora nei panni di John Keating c’è Luca Bastianello, invece di Ettore Bassi, interprete principale per circa 3 anni.
GLI SPETTACOLI
IN SCENA IN ITALIA
Il suo approccio verso i giovani discenti appare forse troppo amichevole e artificioso: vuole risultare simpatico, attraverso una recitazione spesso esageratamente sussurrata, che suggerisce un clima di complicitá nel quale finisce per dissolversi il carattere pedagogico della relazione tra docente e allievo.
Un allestimento estremamente essenziale
Il nuovo allestimento scenico di Carla Ricotti risulta ulteriormente ridotto all’essenziale. Le sedie, che rappresentano i banchi scolastici degli studenti, restano spesso al centro del palcoscenico, e vengono spostate solo in caso di necessità. Il continuo ripetersi sul palco di ingressi e uscite non genera necessariamente un senso di spaesamento nello spettatore, ma l’impressione (troppo frequente) è che gli attori stiano svolgendo un compito, cioè quello di entrare in scena, consumare le proprie battute e uscire.
Autorità o autorevolezza?
Fin dal monologo iniziale sui quattro pilastri della Welton Academy – tradizione, onore, disciplina, eccellenza – Marco Massari, nel ruolo del preside Nolan, si dimostra abbastanza credibile e misurato, senza focalizzarsi troppo sul delicato equilibrio tra autorità e autorevolezza; la stessa sottile differenza aveva reso, invece, molto intensa la sua interpretazione del padre autoritario del giovane Neil Perry, nella precedente edizione dello spettacolo.
E proprio Neil Perry ha il volto e il carisma di Nicolò Bertonelli, già protagonista e autentica rivelazione del musical Tick, Tick… Boom!, sempre diretto da Marco Iacomelli: anche nella prosa, il giovane si dimostra un interprete appassionato, animato dallo stesso “barbarico yawp” che unisce fra loro i membri della “Setta dei poeti estinti”. Accanto a lui, emerge, tra gli altri, Kevin Magrì, in una sprezzante e disinvolta interpretazione di Charles Dalton.
Non si (soprav)vive di sole emozioni
La curiosità di assistere a questo nuovo allestimento è rimasta immutata rispetto al debutto, ma questa volta si ha l'impressione che lo spettacolo sia stato riportato in scena quasi per vivere di rendita, cavalcando ancora l’onda emotiva del film cult, con una storia emozionante e un protagonista impareggiabile.
Tuttavia, in alcune circostanze, le emozioni non bastano, specialmente considerando – con il senno di poi – che questo spettacolo (al pari di molti altri) ha sofferto parecchio a causa degli effetti, soprattutto economici, della pandemia.