Le baccanti di Emma Dante: quando il saggio diventa capolavoro

Le baccanti di Emma Dante: quando il saggio diventa capolavoro

Emma Dante ha diretto gli allievi e le allieve del III anno del corso di recitazione dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico” allestendo uno studio sulle Baccanti di Euripide che costruisce il loro saggio di fine anno.

La tragedia Attica

Il risultato è uno spettacolo completo che va ben al di là della funzione del saggio, presentando uno dei più riusciti allestimenti di una delle tragedie attiche più ostiche che ci siano giunte da un passato nel quale il teatro aveva una funzione civile e cittadina non indifferente.
Dante è ripartita da questo uso collettivo del teatro dell’Atene del IV sec. a.c. per riproporci tramite gli allievi e le allieve d’Accademia una incarnazione dell’estro dionisiaco organico e carnale delle Baccanti scevro da ogni intellettualismo.

La narrazione collettiva

Lo scontro tra Dioniso e Penteo il primo infuriato col secondo che ha osato dubitare delle sue origini divine, ci viene raccontato attraverso una narrazione corale e collettiva nella quale gli stessi attori e le stesse attrici fanno emergere ora uno ora l’altro personaggio giocando col sovvertimento dei sessi (le donne di Tebe che, feroci e crudeli, diventano le Baccanti) gli uomini minati nell’autorevolezza da una testardaggine a negare il divino che ne erode la virilità) a cominciare da Bacco stesso la cui prima manifestazione è doppia (sono un ragazzo e una ragazza a recitare all’unisono i primi versi della tragedia).

Con una preoccupazione intelligente per le fonti, Dante, che ha scelto l’agile traduzione di Sanguineti che sacrifica la fedeltà al ritmo del verso originale greco a favore di una comprensione diretta, restituisce la musicalità del testo di Euripide con dei brani cantati (di Serena Ganci) che sottolineano alcuni passaggi della storia, restituendo una delle modalità precipue della tragedia quel coro che nelle Baccanti ha un ruolo ancora più importante che altrove.

Maschile e femminile

Tra ammiccamenti ironici ma mai irriverenti alle sovrastrutture della nostra religione (Penteo vestito da donna per spiare le Baccanti viene portato sul monte Citerone come la statua della Madonna in una delle tante processioni paesane) e l’invasamento di Bacco che attraversa il corpo di ogni performer con un tremore che ne percuote il corpo, Dante allestisce uno spettacolo che supera totalmente gli standard del saggio facendo raggiungere ai ragazzi e alle ragazze una precisione assoluta nell’esecuzione dai movimenti scenici (di Sandro Maria Campagna) al canto, dalla al linguaggio del corpo, che spesso manca in tanti spettacoli.

Dante firma anche i costumi, splendidi, che costituiscono un sottotesto splendido nei suoi riferimenti, sottolineando l’artificiosità della distinzione statica tra maschile e femminile mostrando come una tunica possa diventare gonna o come un jeans strappato si addica a entrambi i sessi. Mentre Carmine Maringola trasforma il palcoscenico in un ambiente completamente rivestito di una stoffa porpora, gigantesco utero nel quale avviene tutta l’azione. Uno spettacolo imperdibile da vedere assolutamente.