Lirica
LE NOZZE DI FIGARO

"Le Nozze di Figaro" di Schvarzstein portano Mozart fra Pasolini e Scola

Le nozze di Figaro
Le nozze di Figaro © Marco Caselli Nirmal

Ma guarda un po' dove è andato a prendere ispirazione Adrian Schvarzstein, talentuoso ed eclettico intrattenitore, uomo di teatro e di circo – è attore, regista, clown – per Le nozze di Figaro portate in scena al Teatro Comunale Abbado di Ferrara. Al levar di sipario, man mano che in miseri ambienti sfilavano i malvestiti personaggi, esplicito e diretto appariva difatti il richiamo al cinema di Accattone di Pasolini o di Brutti, sporchi e cattivi di Scola. 

GLI SPETTACOLI
IN SCENA IN ITALIA


Con il capolavoro di Da Ponte e Mozart spedito in una sgangherata baraccopoli, dove si vive di espedienti, alla giornata; e dove il Conte è con ogni evidenza il ras del quartiere. Collocazione bizzarra, ironica e stralunata, ma che alla fine convince nella sua intrigante logica. Vuoi perché sorretta da una regia immediata, fresca e celere, vuoi perché sostenuta da un efficiente gioco di squadra. Ben adeguati poi a tale ambientazione sono la scena unica e gli abitucci pensati da Lilli Hartmann; l'arguto design luci è di Marco Cazzola; assistente alla regia e coreografa è Jūratė Širvytė-Rukštelė.

Interpreti che assecondano bene un regista inventivo

Vero è che, avendo a disposizione un cast di interpreti giovani, disponibili a mettersi in gioco e carichi di energia, per Schvarzstein il lavoro di mise en scène era alquanto facilitato. Senza contare che erano musicalmente seguiti, con cura e passione, da un trainer di lusso qual è Leone Magiera. Grande scopritore di talenti - alle spalle decenni di esperienza teatrale – e qui convocato quale loro direttore musicale. 

Una spinta propulsiva d'eccellenza, la sua, per un formidabile team di voci under 35 in avvio di carriera. Preparati con innegabile rigore e spinti alla massima espressività, in queste Nozze ferraresi, anche con suggerimenti di fiorente spontaneità recitativa. Che poi alla fine il merito sia solo suo, o anche della regia, non importa.

Voci verdi, ma già più che mature

Gradevole vivacità, sapidità d'accento e musicale baldanza emergono nel Figaro di Giovanni Luca Failla e nel Conte di Guido Dazzini. Muliebre dolcezza, pienezza di cavata, fluide modulazioni spuntano nella spigliata Contessa di Marta Lazzaro e nella volitiva Susanna di Gesua Gallifoco. Alessandra Adorno è un'espressiva Marcellina, Silvia Caliò una maliziosa Barbarina). 

Doppi ruoli, risolti entrambi con ottima abilità , toccano a Gianluca Convertino (Antonio e Bartolo) e Lorenzo Martelli (Basilio e Don Curzio). In più troviamo a rendere Cherubino un giovane controtenore, Nicolò Balducci. Scelta invero inusuale! Tuttavia, se vocalmente la prestazione è senz'altro ragguardevole, vederlo in scena con la barba porta a zero il carattere adolescenziale e androgino del giovane paggio.

Un direttore esordiente

Dal podio dell'Orchestra Città di Ferrara presiede all'esecuzione un giovane direttore agli esordi, il trevigiano Massimo Raccanelli. Ed è la prima volta che che dirige un'opera in Italia. Il suo è un Mozart molto italiano, poco tedesco: leggero e sciolto nell'impulso ritmico, brillante di colori, teneramente cantabile. Ci piace questa sua rilettura lucida, nitida, ricca di estro; sempre ben concentrata su calibrati valori strumentali, sempre molto attenta a sostenere il lavoro dei cantanti. Il buon Coro del Teatro Comunale è nelle mani di Teresa Auletta.

La recita del 30 giugno è stata trasmessa in diretta sul portale Operastreaming, ed è tuttora disponibile anche su YouTube.
 

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Visto il 02-07-2023
al Comunale di Ferrara (FE)