Danza
HORAI - LE QUATTRO STAGIONI

Le quattro stagioni. La danza dell’amore secondo Peparini

Le quattro stagioni
Le quattro stagioni © Yasuko Kageyama

La danza torna finalmente in scena a teatro dopo il periodo di lockdown. La nuova creazione del coreografo Giuliano Peparini è una metafora emotiva sulle stagioni dell’amore che prende vita sulla musica di Antonio Vivaldi, Domenico Scarlatti e il pianoforte di Antonio Maria Pergolizzi.

Peparini e la sua danza cinematografica

La danza di Peparini mantiene viva la sua firma cinematografica e il suo carattere evocativo. Come tutte le sue coreografie anche Le quattro stagioniè un chiaro esempio di tabloix, (letteralmente “quadri”), ossia, delle tele. I suoi balletti, nello specifico, assomigliano a delle pitture realizzate con tecnica impressionista e dal raffinato gusto francese. Ogni pennellata corrisponde a un movimento, ogni movimento ad un’emozione; tutto nasce spontaneamente e i passi sembrano il frutto di un’idea istantanea forse, attratti, semplice e approssimativa, ma assolutamente distante da qualsiasi ricerca logico-razionale. Si danza ciò che si “sente”.

"Inverno" con Sara Loro e Alessio Rezza 


Lo spettacolo si apre con degli uomini che guardano scorrere una pellicola cinematografica, un cartone animato in bianco e nero profondamente malinconico. I danzatori sono accompagnati nei vari intermezzi dalla voce registrata dell’attore Alessandro Preziosi che interpreta brani che parlano di amore e di stagioni, dell’evoluzione dei sentimenti e della vita. I versi celebri di autori come Alda Merini, Kahlil Gibran, John Donne, Cesare Pavese, Vincenzo Cardarelli, Jacques Prévert sono il risultato di una scelta bene in linea con lo stile recitativo della coreografia. Le parole si fanno movimento, i passi sono la parola che si fa danza.

Tutto è assolutamente emotivo e carico di lirismo. Ogni stagione ha le sue parole e il suo colore che danza e splende nei costumi dei ballerini: blu per la primavera, rosso per l’estate, verde per l’autunno e grigio per l’inverno. Gli interpreti si muovono nel vento, tra fiocchi di neve, fiori e alberi che da spogli diventano rigogliosi, un tripudio di foglie e fiori a cui vengono dati profondità e sfumature grazie alle luci di Marco Vignanelli e alle videoproiezioni realizzate da Edmondo Angelelli e dallo stesso Peparini.

"Estate" con Marianna Suriano e Giacomo Castellana

La danza ai tempi del distanziamento sociale

Le scenografie di Andrea Miglio e i costumi di Anna Biagiotti rispettano in pieno le misure anti-Covid. Mascherine, visiere e guanti diventano oggetti scenici, cappellini con veletta per signore, ampie gonne in cui sprofondare, impermeabili con bavero per proteggere il viso. I danzatori non si toccano mai, al massimo interagiscono rispettando il minimo della distanza consentita anche nei pas de deux. Le stagioni e la ciclicità del tempo non sono altro che una metafora dell’evolversi del sentimento per eccellenza: l’amore.

"Primavera" con Rebecca Bianchi e Claudio Cocino


Rebecca Bianchi e Claudio Cocino sono la coppia della primavera. Questa è la stagione (e il quadro) più ridondante di tutti e dove il corpo di ballo è interamente presente. Come in una gita campestre di un romanzo in pieno stile “Jane Austen”, una giornata primaverile diventa l’occasione per dilettarsi a incontri ed emozioni nuove. È la stagione della seduzione fatta di sguardi e ammiccamenti, di sentimenti non detti, e quindi di movimenti rapidi, sfuggenti e leggeri. Un divano ospita le coppie di ogni stagione e, in questo caso, ben si presta al mantenimento della distanza nella coppia che, proprio su questa, fa leva nel rappresentare il gioco del corteggiamento.

Marianna Suriano e Giacomo Castellana danzano il languore e la passione di un’estate infuocata in un duetto carico di slancio ed erotismo. La coreografia qui si fa spezzata e angolare in contrasto a un desiderio di fusione che, a causa del distanziamento, non ci può essere. 

"Autunno" con Susanna Salvi e Michele Satriano


Una fragilissima Susanna Salvi danza con Michele Satriano la stagione autunnale; ancora una volta il divano ospita la coppia distante e annoiata che scivola sulle sedute, in balìa del vento come foglie secche; danzano con i corpi pesanti e abbandonati come gli orologi surrealisti del celebre dipinto di Dalì; la metafora del tempo che scorre, dell’amore ormai consumato e quasi al limite è più viva che mai. 

Infine, la coppia dell’inverno è danzata da Sara Loro e Alessio Rezza con tutto il gelo e la distanza possibile. Il divano questa volta funge da terreno di lotta sul quale i due ex innamorati si distruggono a vicenda in una danza violenta in cui anche l’uso della voce fa capire quanto siano ormai irrimediabilmente lontani i loro cuori. 
Il ritorno della primavera conclude il balletto che termina in una danza d’insieme, in un vento di colori e sentimenti.

Visto il 27-09-2020
al Teatro dell'Opera di Roma (RM)