Quattro storie a caso per un fatto di cronaca che nel dopoguerra sconvolse la quotidianità romana. Quattro donne a rappresentare le centinaia che in un giorno per loro non proprio qualunque, furono vittime di un crollo sulla scala di un palazzo in Via Savoia, mentre attendevano il loro turno per un posto di dattilografa. Una di loro perse la vita, alcune ragazze ferite furono soccorse ed in seguito molte rinunciarono alle cure ospedaliere per mancanza di disponibilità economiche (bisognava pagare un'assicurazione per avere assistenza medica).
I servizi dell'epoca, tentarono di capire chi fosse la rappresentanza femminile proiettata all'emancipazione mentre ancora si pagava lo scotto del conflitto bellico.
Di queste donne qualunque, quattro sono le protagoniste dello spettacolo 'Le ragazze di Via Savoia, 31'. Ester, romana del Quadraro, da poco licenziata dal suo ruolo di donna delle pulizie presso l'università. Caterina, la toscana ambiziosa e stanca di fare la colf. Rosa, mamma trasferita dalla Calabria con una famiglia numerosa, un marito sofferente e maschilista ed infine Lucia, la cui necessità di uscire dalla povertà è legata alla possibilità di stare finalmente con suo figlio.
Ogni donna rappresenta tutte le donne. I loro sogni, la loro voglia di indipendenza, il riscatto dal fallimento del maschio (identificato qui con la sua assenza in scena). Ad ogni personaggio è data una voce sola, quella di Elisabetta Tulli. Attraverso le parole scritte magnificamente per questo testo complesso, con una sedia ed una piramide di panni con i quali vestire di volta in volta i personaggi, Elisabetta ha viaggiato con leggerezza ed enorme capacità espressiva nelle storie, nei dialetti, nelle voci di Ester, Caterina, Lucia e Rosa, passando da una caratterizzazione all'altra con naturalezza disarmante. La tragedia dell'evento è stata resa teatralmente attuale grazie alla capacità che ha avuto la Tulli vestendo i personaggi di verità anche nella battuta brillante. Ognuno noi vive senza sapere cosa accadrà tra qualche minuto, per questo non si lesina sul riso, pianto ed anche una canzone (nota di merito alle musiche di Andrea Calandrini). E così è stato per queste donne di Via Savoia, rappresentative di un mondo del lavoro che tutto sommato non ha subito grandi evoluzioni e di un confronto col mondo maschile ad oggi ancora troppo bisognoso della forza femminile.
La solida regia di Eugenio Dura ha dato la possibilità al testo ed all'interprete di esprimere al massimo la loro potenza, confermando la Tulli una delle poche interpreti femminili da poter appellare oggi come artista a 360 gradi.