Per celebrare i 40 anni dal debutto, il kolossal musicale Les Misérables di Alain Boublil e Claude-Michel Schönberg - tratto dall’omonimo romanzo di Victor Hugo - il produttore Cameron Mackintosh ha concepito una maestosa produzione, ideata appositamente per le arene e i grandi teatri (a partire da 2000 posti): Les Misérables – The Arena Musical Spectacular è una versione ampliata di Les Misérables The Staged Concert, andato in scena per oltre 200 repliche nel West End tra il 2019 e il 2021.
Tra i Paesi attraversati dal tour mondiale c’è anche l’Italia (in scena nei teatri di Trieste e Milano); anche il pubblico italiano ha così potuto finalmente apprezzare il fascino, la maestosità e la dirompente potenza musicale e visiva di questo innovativo allestimento, in lingua originale con la traduzione italiana su schermo e su app a cura di Franco Travaglio: una sfida affrontata mantenendo un sobrio equilibrio tra traduzioni letterali e interpretazioni lessicali più poetiche ed evocative.
Tra musical e opera lirica
Questa nuova versione concerto è realizzata in forma semi-scenica, arricchita da elementi scenici, integrati con videoproiezioni, costumi originali, e un’orchestra dal vivo di oltre 65 elementi che eseguono una partitura continua, nella quale non esiste distinzione tra parti cantate e recitate; la musica accompagna lo svolgimento della storia, attraverso le scene, dall’inizio alla fine e i pochi dialoghi sono espressi sotto forma di recitativi.
Sacrificio e redenzione
Le vicende di Jean Valjean e degli altri personaggi nella Francia di inizio Ottocento raccontano di un’umanità reietta e idealista, ma pronta a sacrificarsi per quegli ideali di giustizia e uguaglianza, simbolo universale di rivolta. Valjean incarna la sopravvivenza dello spirito umano e la sua redenzione (attraverso il simbolico dono dei due candelabri da parte del vescovo di Digne) rappresenta il potere salvifico della fede.
Un cast internazionale
Il cast in scena nelle tappe italiane comprende artisti di livello internazionale: la performance di Killian Donnelly nei panni di Jean Valjean comincia un po’ in sordina, ma finisce per lasciare il segno ed emozionare all’ennesima potenza nell’esecuzione di brani come Who am I? e Bring Him Home. Stranamente, però, durante l’intero corso dello spettacolo non invecchia, rimanendo sempre uguale.
Notevole, sul palcoscenico, la sintonia del protagonista con la sua nemesi, l’integerrimo Javert, interpretato da Bradley Jaden (già visto in Italia nel ruolo di Raoul in The Phantom of the Opera, diretto da Federico Bellone); il brano Confrontation lascia il pubblico a bocca aperta per la drammaticità espressa solamente attraverso le voci; forte è l’impatto emotivo all’ascolto di Stars, il brano in cui Javert esprime la sua assoluta fede nella giustizia (terrena e divina) e il suo profondo senso del dovere.
Applausi a scena aperta per gli iconici coniugi Thenardier, malfattori per antonomasia (Gavin Lee e Linzi Hateley); dal loro trionfale ingresso in scena, sulle note della celeberrima Master of the House, ogni successiva apparizione è un'esplosione di ilarità e buonumore.
Convincente Nathania Ong, nel ruolo della disincantata Eponine, che interpretando On My Own (uno dei brani più conosciuti di questo spettacolo, a livello mondiale), emoziona inevitabilmente il pubblico.
Simpatia, spontaneità e una perfetta pronuncia sono il biglietto da visita dei giovanissimi interpreti nei ruoli di Cosette (l’effigie-simbolo dello show) e Gavroche. Il company number One Day More, che conclude il primo atto, rappresenta senza dubbio il massimo livello di intensità emotiva dello spettacolo.
Un allestimento maestoso
L’apparente carattere “statico” di questa versione concerto viene compensata da un disegno luci dinamico e totalizzante, con le cosiddette “americane” che si alzano e si abbassano in base alle esigenze sceniche e diventano addirittura un praticabile sul quale gli interpreti si muovono e cantano. Inoltre, le luci evidenziano l’ingresso ma soprattutto l’uscita di scena di alcuni personaggi, richiamando l’attenzione sui momenti salienti della vicenda.
Le barricate non sono costruite dal vivo, ma sono comunque presenti sulla scena, e grazie alla potenza dell’orchestra e all’indiscutibile realismo degli effetti sonori (colpi di cannone e di fucile) ricreano adeguatamente l’atmosfera della rivolta.
Insomma, per chi non ha mai visto Les Misérables a teatro, questa versione è sicuramente valida; con buona pace di chi rimpiangesse l’allestimento londinese, molto probabilmente questo allestimento rappresenta l’unica maniera di fare un’esperienza simile in un teatro italiano.