Danza
LO SCHIACCIANOCI

Lo Schiaccianoci: il sogno continua con la favola di Ciajkovskij

Lo Schiaccianoci
Lo Schiaccianoci © Diego D'Attilio

Rappresentato per la prima volta a San Pietroburgo alla fine dell’800, Lo Schiaccianoci è considerato il balletto classico natalizio e rimane tale, a prescindere dalle versioni e visioni registiche. La versione proposta questa stagione dal coreografo e regista Luciano Cannito è basata su quella originale di Petipa, ha però delle sfumature diverse, caratterizzazioni e scenografie dall’aria sognante. 

Lo spettacolo inizia all’esterno, con un allestimento in pieno stile villaggio di Natale: orsi polari, pinguini, sbuffi di neve, gigantesche strutture illuminate, lo Schiaccianoci e Mamma Cicogna accompagnano il pubblico verso la sala. 


La location non è propriamente un teatro, è una struttura che di norma ospita i concerti, quindi il primo pensiero va al palco che sicuramente non penalizzerà l’allestimento. Difatti, la conferma arriva immediata: si accendono le luci, l’ambiente prende vita e inizia la magia.

La favola e lo sviluppo narrativo 

Rispetto all’originale, il racconto è adattato privilegiando l’aspetto onirico più che favolistico: è la vigilia di Natale e in casa Stalhbaum si attendono gli ospiti. Drosselmayer, travestito da mendicante, cerca attenzioni dai presenti. La piccola Clara è l’unica che si avvicina a lui e porge un dono. Per ricompensare la generosità della bambina, Drosselmayer si trasforma in un mago in grado di operare meravigliose illusioni.

La notte di Natale diventa lo scenario per battaglie tra topi, esibizione di personaggi esotici, fate, principi e regine fino al risveglio di Clara da questo lungo sogno. 

Lo spettacolo toglie il fiato 

Contorniati da una scenografia curata e funzionale ad opera di Italo Grassi, i ballerini scelti da Cannito si muovono abilmente sul palco. Per quanto ogni angolo della scena sia dotato di elementi che richiamano costantemente l’attenzione, tra pareti mobili, camino trasportabile, un cubo da illusionista e un albero di natale che muta in dimensioni, questo non distoglie lo sguardo dal corpo di ballo caratterizzato da bellezza, forza e tecnica impeccabile. 

Interessante e amabile la figura di Drosselmeyer, affidata al danzatore caratterista Manuel Paruccini, che Cannito ha voluto meno inquietante regalandogli di contro una connotazione benevola, elegante e cameratesca. Drosselmeyer ricompensa la generosità di Clara regalandole un sogno indimenticabile e Paruccini regala ancora una volta a noi spettatori la sua abilità tersicorea e di interpretazione. 


Uniti al Corpo di Ballo e ai danzatori solisti del Roma City Ballet Company, due coppie di primi ballerini ospiti, impegnati nei ruoli del Principe Schiaccianoci e della Fata Confetto: Xsenia Ovsyanick e Dinu Tamazlacaru, principal dancers proveniente dal Teatro dell’Opera di Berlino. Tamazlacaru è imponente e virile, la Ovsyanick è leggera ed elegante. Non smentiscono le scelte stilistiche di Cannito, sempre orientato a ballerini distinti nell’unicità, esteticamente sensuali e tecnicamente ineccepibili. 

Lo Schiaccianoci diventa così una storia diversa ma sempre adatta a ogni genere di pubblico. Anche chi si avvicina per la prima volta al balletto, difficilmente uscirà dalla sala insoddisfatto. Vanno segnalati i costumi creati da Giusi Giustino e la produzione di Fabrizio Fiore; investire oggi nella danza e nei giovani è una scelta pericolosa e rivoluzionaria, ma è certo che il risultato fa bene al cuore.

Visto il 30-12-2021
al Atlantico Live di Roma (RM)