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L'UOMO DALLE SUOLE DI VENTO TORMENTO E PASSIONE: PAUL VERLAINE E ARTHUR RIMBAUD

L'uomo dalle suole di vento: un'occasione mancata

L'uomo dalle suole di vento: un'occasione mancata

L'uomo dalle suole di vento è il soprannome che Paul Verlaine diede ad Arthur Rimbaud dopo la conclusione della loro tormentata storia di amore, amicizia e solidarietà artistica.

E' anche il titolo dello spettacolo che Romano Talevi ha scritto come omaggio personale ai due poeti.
Lo spettacolo, con una narrazione  a flashback si apre con la prigionia di Verlaine a Bruxelles e si conclude con la sua scarcerazione e il definitivo addio tra i due poeti.
 

Dal realismo al dramma lirico.

Scene dal registro realistico riguardanti la vita borghese di Verlaine con sua moglie Mathilde e quella scapestrata con Rimbaud si alternano a scene più liriche che illustrano l'estro creativo dei due poeti, impiegando anche una partitura sonora eseguita dal vivo, efficace e puntuale nel sottolineare e restituire emozioni e snodi della storia raccontata.
Per le scene realistiche Talevi si rifà al film di Agnieszka Holland Poeti dall'inferno (Usa/GB, 1995) che si basa a sua volta sulla commedia del 1967 Total Eclipse di Christopher Hampton, e dal quale trae diversi dialoghi.  

Per quelle liriche adopera il cliché del genio creativo dissoluto e autodistruttivo sul quale fonda le radici dello scandalo che in scena è più artistico e professionale accennando appena allo scandalo che suscitò la storia d'amore tra i due giovani (Rimbaud aveva 26 anni quando incontrò Rimbaud che ne aveva 10 di meno).

 

Una regia sopra le righe

Talevi illumina d'altronde la storia d'amore tra Rimbaud e Verlaine dei colori del sodalizio paterno, dell'amore tra discepolo e maestro, venandolo di anticonformismo, ben diversamente dalla realtà che vide un ragazzo di 26 anni, sposato e padre di un bambino, amare totalmente un ragazzino di 16 anni.

Le scene che vedono Rimbaud comporre liriche risultano accademiche mentre per quella in cui Verlaine subisce una umiliante ispezione medica ai genitali e all'ano per verificare se aveva avuto rapporti sessuali penetrativi con Rimbaud Talevi fa interpretare i due medici ispettori da due attrici che portano in volto maschere da commedia dell'arte mentre declamano il reperto medico come fosse un rimprovero pruriginoso facendone un fatto buffo e non una inconcepibile violazioni dei diritti umani.
 

Un'occasione mancata

La bravura di Talevi e degli attori e delle attrici di cui si circonda non basta a sostenere da sola uno spettacolo che, dopo un inizio promettente, preferisce confermare nel pubblico gli stereotipi su genio e sregolatezza invece di raccontare di un amore che fece scandalo non tanto per il sesso quanto per il fatto di essere vissuto alla luce del sole.

 

Visto il 20-04-2017
al Hamlet di Roma (RM)