Lirica
MADAMA BUTTERFLY

All’Arena una Butterfly tra tradizione e modernità

Madama Butterfly
Madama Butterfly © Ennevi

Ultima, ma solo in senso cronologico, tra le grandi star della lirica a debuttare sul palcoscenico veronese in occasione del centesimo Arena Opera Festival, il soprano Asmik Grigorian, reduce dalla trionfale Lady Macbeth al Festival di Salisburgo, è stata protagonista di due applauditissime repliche di Madama Butterfly di Giacomo Puccini nella consolidata produzione firmata da Franco Zeffirelli.

GLI SPETTACOLI
IN SCENA IN ITALIA

La tradizione nell’allestimento

Fedele al suo stile ovvero una solida tradizione basata su scenografe sontuose, dello stesso Zeffirelli, e costumi sgargianti del premio Oscar Emi Wada, il regista fiorentino in questo allestimento ha avuto il pregio di rendere spettacolare un’opera di per sé poco adatta agli spazi areniani, infatti, tolta la scena del matrimonio, raramente il numero di persone presenti sul palcoscenico è superiore a tre. 

In questo caso la scena iniziale è ambientata all’esterno, su una delle colline di Nagasaki popolata di figuranti. All’arrivo di Butterfly la collina si apre con un suggestivo coup de théâtre e ne esce la casa della protagonista, che sarà al centro della scena per tutta la durata dello spettacolo tranne in due occasioni, ovvero durante il coro a bocca chiusa e nel finale dove verrà di nuovo fagocitata dalla collina sulla quale appariranno degli spiriti danzanti; scelta che tende a smorzare la tensione dell’attesa prima ed il dramma poi a vantaggio di una visione più poetica.


A parte questa soluzione la regia non offre altri spunti particolari, limitandosi a coordinare con professionalità protagonisti e masse sceniche, peraltro spesso schiacciate a proscenio come di frequente accade nelle produzioni areniane di Zeffirelli.

La modernità nell’interpretazione

Vero motivo di interesse di queste repliche era quindi la presenza di Asmik Grigorian che ha regalato al pubblico veronese un’interpretazione maiuscola dell’eroina pucciniana. Il soprano lituano ha sfoggiato una linea di canto impeccabile sia nel registro grave che nell’acuto e, nonostante sia arrivata a Verona solo per le ultime due repliche, ha costruito un personaggio a tutto tondo, grazie sia ad un fraseggio impeccabile che le ha consentito di cesellare in chiave espressiva ogni singola battuta, rifuggendo qualsiasi manierismo, sia ad una recitazione estremamente moderna e curata, segnando una cesura netta rispetto agli altri interpreti che, pur validi sulla scena, hanno mostrato più difficoltà a svincolarsi dal convenzionale dettato zeffirelliano. 


A riprova che una regia può essere sì tradizionale, ma se i cantanti sono in grado di reinterpretarla facendo propri i personaggi, anche produzioni apparentemente datate possono avere ancora qualcosa da dire. 
Personaggio più complesso e negativo di quanto una certa consuetudine ci abbia tramandato, Pinkerton rischia sempre di restare una figura irrisolta ed è quello che in parte si è verificato anche in quest’occasione. 

Piero Pretti si è distinto per la voce ben impostata e per gli acuti raggiunti con relativa disinvoltura, ma l’interpretazione è talvolta mancata della necessaria incisività. Gevorg Hakobyan ha delineato uno Sherpless misurato ma ben cantato e nel complesso apprezzabile è stata la Suzuki di Sofia Koberidze. Molto valido il gruppo dei comprimari su cui spiccavano l’insinuante Goro di Matteo Mezzaro, l’autorevole Zio Bonzo di Gabriele Sagona, il valido Yamadori di Italo Proferisce e la giovanissima ma promettente Kate Pinkerton di Marta Pluda.

Daniel Oren ha diretto i complessi areniani con solida professionalità ma difettando di incisività e di mordente, esaltando più gli aspetti sinfonici che quelli drammatici della partitura. Apprezzabile, se pur limitato, l’apporto del coro diretto da Roberto Gabbiani.
Un’Arena quasi esaurita, evento rimarchevole trattandosi della terzultima serata della stagione, ha rivolto applausi calorosi a tutti gli interpreti ed in particolare alla protagonista.
 

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Visto il 07-09-2023
al Arena di Verona (VR)