Classica
MANFRED OP. 115

Glauco Mauri, l'appassionato antieroe Manfred di Lord Byron e Robert Schumann

Manfred
Manfred

Tra le tappe fondamentali della sensibilità romantica Manfred è stato scritto da Lord Byron quando, lasciato dalla moglie, forse a causa di una relazione incestuosa con la sorellastra Augusta Leigh, aveva abbandonato l’Inghilterra. Molti hanno visto un esplicito collegamento tra i tormenti del personaggio e le oscure origini del dramma personale dell’autore. 

L’antieroe anela ad una solitudine glaciale per espiare colpe inconfessate e misteriose, ma legate alla morte dell’amata sorella Astarte. L’ambientazione del dramma è sulle vette alpine tra i fantasmi evocati a cui chiede inutilmente aiuto nel realizzare la sua uscita dal mondo in un'atmosfera di incalzante cupio dissolvi, fino a quando nell’incontro con l’Abate di San Maurizio, “Vecchio, non è difficile morire!”, troverà la pace eterna senza aver ceduto né alla tentazione degli spiriti infernali, né alla redenzione dal peccato.

GLI SPETTACOLI
IN SCENA IN ITALIA

Glauco Mauri

L’eroe romantico tra poesia e scena

Byron per il suo poema drammatico non immaginò un destino teatrale, il successo presso i contemporanei fu soprattutto letterario, anche se non mancarono rari tentativi di rappresentazione. In questo clima l’opera esercitò una grande suggestione anche in Robert Schumann, protagonista del Romanticismo musicale, che compose quelle che avrebbero potuto essere musiche di scena per un teatro ideale incoraggiato da Franz Liszt che dirigeva allora il teatro di corte di Weimar.

Michele Mariotti


La partitura ha un solo brano, l’ouverture, di grande respiro sinfonico, il resto è costituito da brevi frammenti musicali, eseguiti dall’orchestra, da voci soliste, dal coro mentre scorre la recitazione.

Il protagonista è impersonato da Glauco Mauri, classe 1930, affettuosamente accolto dal pubblico del Teatro dell’Opera. Sul podio Michele Mariotti. L’orchestra è sistemata al centro del teatro, al posto delle prime file di platea, il suono è prepotente e deciso. Il Coro, a ranghi completi, canta sul palcoscenico producendo una massa sonora di grande suggestione che avvolge il pubblico. I cantanti solisti hanno parti brevi, ma lasciano il segno. Insieme a Glauco Mauri hanno recitato un gruppo di giovani ex allievi dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico che hanno impersonato i comprimari.

Glauco Mauri


L’esecuzione è avvenuta senza intervalli, i tre atti si sono susseguiti in un crescendo di tensione musicale e drammatica, qualche problema c’è stato negli attacchi delle parti recitate, non sempre nella giusta sincronia con la musica. La recitazione di Glauco Mauri è stentorea ed enfatica, mentre quella dei giovani attori è più secca, lontana dagli stereotipi romantici, il risultato è un suggestivo contrasto tra la rappresentazione del protagonista e quella degli spiriti di contorno.

Nelle mani sapienti di Mariotti l’Orchestra è a suo agio nelle sonorità violente della collocazione fuori dalla buca, grande come sempre la prestazione del Coro diretto da Ciro Visco.
 

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Visto il 20-04-2023