Musica
MENTRE RUBAVO LA VITA

Un sentiero luminoso di parole e musica

Un sentiero luminoso di parole e musica

“Io come voi sono stata sorpresa mentre rubavo la vita”. Questo il verso di Alda Merini dal quale è stato tratto il titolo dello spettacolo, un concerto a due voci che fonde le parole palpitanti della poetessa alle splendide musiche di Giovanni Nuti.
Monica Guerritore e Giovanni Nuti cantano, raccontano e interpretano le poesie di Alda con l’accompagnamento musicale di sei musicisti (Stefano Cisotto, Massimo Ciaccio, Massimo Germini, Daniele Ferretti, Sergio Pescara e Simone Rossetti Bazzaro), sullo sfondo di immagini che mostrano i luoghi reali e dell’anima dell’autrice.

Interni di manicomio si alternano a voli di uccelli e a donne che danzano in una dicotomia tra prigione e libertà, tra corpo greve e anima che anela ad essere baciata da Eros.
Nello scontro che si fa dramma tra aspirazioni e costrizioni, fiorisce la vita da vivere intensamente in bilico tra Eros e Thanatos .  “Voglio essere ricordata come la poetessa della gioia perché la mia vita l’ho vissuta tutta, anche il suo inferno”: così i due protagonisti che incarnano parole che sono terra e scoglio, che creano una lingua nuova che diventa continente perduto, la ricordano.


Il lungo sodalizio di Giovanni  Nuti con la Merini, che gli dettava telefonicamente i suoi versi perché lui li musicasse, viene narrato come esperienza umana impagabile. In questa amicizia di sedici anni è stata la genesi dello spettacolo permeato di una presenza evocata dalla stessa voce roca e sofferta della poetessa, che commuove e apre un sentiero luminoso al di sopra del già detto.
Monica Guerritore rende merito a parole magnifiche con un timbro vocale caldo e pastoso, in una recitazione cantata, passionale come la poesia di una piccola ape furibonda, priva di limitazioni nella sua furia e nel suo amore. Splendide le poesie cantate a due voci, come “il regno delle donne”, proposto anche nel bis finale, un inno alla forza delle donne, al loro splendore che non svanisce mai  e al male che non può far loro male.


Una sensazione di avvolgimento completo che travolge e accarezza, quasi le parole fossero braccia e calore e la musica penetrasse sotto pelle. Questo l’impatto del concerto che apre, ad ogni lirica, un mondo di riflessioni sulla carnalità, sull’amore, sulla sofferenza e sull’inferno da vivere per giungere al sublime.  A tanto struggimento si accompagnano momenti ironici come la poesia “La zanzara”, composta per esorcizzare il fastidio di una vicina di casa molesta, musicata con un ritmo travolgente e cantata e ballata in mezzo al pubblico dai due protagonisti.


Attraverso la musica qui ad Asti “è passata una gemma o una tempesta, una donna che, avida di dire, disse cose notturne e delicate, una donna che non fu mai amata” e la cui profondità è stata svelata come un tesoro prezioso. Tra il pubblico era presente anche una delle figlie della poetessa.
Pubblico numerosissimo a Palazzo Michelerio e lunghi applausi a scena aperta e nel finale.

Visto il 30-06-2014
al Palazzo Michelerio di Asti (AT)