Trovarsi a Venezia nel pieno del Carnevale 2024, e festeggiarlo con un pezzetto di Francia. Questo permette la Fondazione Bru Zane, allestendo nel suo Palazzetto un delizioso spettacolino, Ne vedremo delle belle! In francese, si direbbe On aura tout vu!, ed è il titolo col quale è in effetti è nato mesi fa nel quadro d'una résidence de création a Villefavard en Limousin.
Una piéce ideata dall'attore/cantante/ballerino/regista Flannan Obé, e portata a perfezione con la collaborazione di Pierre Lebon. Il quale non gli è da meno quanto a versatilità, avendo provveduto anche alla minimalistica scenografia ed ai costumi. Guarda caso, militano entrambi nella compagnia Les Brigands, dedita al recupero del teatro d'intrattenimento francese d'antan, che portò qualche anno fa - sempre per la Fondazione Bru Zane - l'operetta Le chevaliers de la table ronde di Hervé al Teatro Malibran.
Un quartetto affiatato e travolgente
Non sono soli Obé e Lebon. Con loro ci sono anche il brioso mezzosoprano Marie Gautrot e la funambolica pianista Delphine Dussaux, abbigliata in marsina gessata, andando a comporre un quartetto poliederico, arguto, briosissimo. Sul minuscolo tavolato -il piano da solo ne occupa un terzo- i quattro disegnano un susseguirsi di siparietti teatrali, trasportandoci in una delle fumose sale di cafè concert (o cafè chantant che dir si voglia), popolarissime nella Francia tra Belle Époque ed Anni Venti.
Nella loro proposta entra un po' di tutto: recitazione, canto, musica, danza, persino un pizzico di giocosa clownerie, tutto dosato e miscelato a dovere, ed interpretato dai quattro con travolgente verve e grande musicalità.
Donandoci così un pezzetto del divertimento proposto ai frequentatori d'un tempo: nobiltà, ricca borghesia, middle class e popolino, ognuno con i suoi locali di riferimento. I café concert potevano accontentare tutti, mescolando teatro e musica, alto e basso, tra storie di malaffare e d'amore, comicità grassa e fine parodia, invettive politiche e critica sociale.
La spensierata Francia dei café concert
Ed è per questo che nella scaletta di Ne vedremo delle belle! -una quindicina di numeri- trova spazio un po' di tutto, come nella ridente descrizione dei locali notturni ne Le Rondeau du cafè concert, di Chapelle & Fauchey (1919).
Si va dalla descrizione di una Parigi piena di contrasti (Paris! di George Millandy, 1920), a quella dei vagabondi con la celebre Dans la rue del grande Aristide Bruant (1889). Dal patriottismo eroico di C'est que c'est q'un drapeau di Favart & La Mareille (1900) all'ironica descrizione della vitaccia da militare di Ah! Je l'attends, di Bouchad, Rimbault & Boussagol (1900).
Sesso, società e politica
E poi: si passa dall'erotismo dozzinale e sfacciato della celebre La Matchiche di Briollet, Leliévre & Badia (1905) al decadentismo un po' sdolcinato di Je te veux, una chanson scritta nel 1902 nientemeno che da Érik Satie, su versi di Henry Packory.
Né manca il côté sociopolitico, con La Grève des mères (Lo sciopero delle madri, di Monthéus, Chantelegret & Dubois, 1905), feroce invettiva subito proibita dalle autorità, e con La femme libre di Boukay & Legay (1897). Nondimeno, il versante puramente comico la fa da padrone, dato che nei localini notturni si va per svagarsi.
Ridere, che liberazione!
Ecco messo in fila l'incalzante corteggiamento di La leçon du piano (di Gitral & Scotto, 1911), la caustica satira del mito della verginità (Vierges! di Dalleroy ed Yvette Guilbert,1892), la maliziosa Si j'étais midinette (Se io fossi una sartina), cavallo di battaglia del trascinante chansonnier Georgius (1916).
Per giungere all'apice del farsesco con Moldave e Circassienne, un irrisistibile sketch recitato e cantato che vede due squattrinati ballerini corteggiarsi fingendosi un nobile moldavo ed una ricca artista di circo. Salvo alla fine smascherarsi reciprocamente, ed accettarsi (ed accoppiarsi) così come sono.
Lui per lei, lei per lui
L'epoca di Il Moldavo e la Circassiana porta molto indietro nel tempo. Siamo nel 1864, l'autore è il prolifico Hervè - massimo rivale di Offenbach - per un piccolo chef d'oeuvre di un quarto d'ora dove la comicità viene potenziata da un doppio camuffamento. Eh sì, perché l'avvenente circense è interpretata en travesti da Flannan Obé, e il nobile Moldavo da Marie Gautrot. L'uno e l'altra tratteggiando, con vivacissima verve, due lestofanti irresistibilmente simpatici.