Tra il n. 7 e il n. 11 di Via Cesare Correnti, in una chiesa del 1200 convertita infine in teatro nel 1978, prende vita uno scorcio della Chicago di inizio novecento. Va in scena, al Teatro Arsenale, dal 12 al 24 novembre 2013 il dramma brechtiano “Nella giungla della città”, adattato e diretto da Marina Spreafico, produzione Teatro Arsenale.
Un paio di sedie, tra il pubblico, restano vuote: “riservato”. Lo spazio quadrato del palco delimitato dalla platea, rappresenta una libreria nella quale si aggira un giovane commesso. Presto le due poltroncine vengono occupate da due strani quanto loquaci individui, in tipico abbigliamento orientale, pronti a dissimulare nonchalance chiacchierando con gli altri spettatori. In un angolo, un’appariscente ragazza ubriaca sorseggia da un bottiglietta, mentre in platea si accomoda, sorniona, una sorta di ambigua Maîtresse cinese. E’ la rottura totale della quarta parete, sviluppata in modo eccezionale, l’attuazione del teatro epico definito da Brecht e del correlato effetto di straniamento.
“Nella giungla della città” è un’opera teatrale composta da Bertolt Brecht nel 1921, a soli 23 anni, e ambientata nella Chicago del 1912, nell’America che allora rappresentava lo stereotipo del futuro e delle opportunità. È il contesto della grande città nella quale il moderno drammaturgo tedesco amalgama immigrati orientali e gente di campagna, li costringe con la sua scrittura a vibrare l’uno contro l’altro portando i due caratteri principali allo scontro: il giovane commesso George Garga viene insultato, aggredito e minacciato dal commerciante orientale Mr. Shlink, fino a che il primo cade nella provocazione di quest’ultimo e accetta la battaglia. Uno scontro primitivo e vorticoso che si trasformerà in battaglia senza fine, trascinando nella contesa anche i congiunti e gli amici dei protagonisti, allargandosi a macchia d’olio fino all’inatteso sconvolgimento finale.
Ne emerge una rappresentazione complessa e interessante, culturalmente elevata, capace di instillare diverse riflessioni nello spettatore, sia in relazione al dramma rappresentato, sia alle analogie con la società moderna, per una metafora giungla-città ancora attuale.
Ancora una volta chiarissima la regia di Marina Spreafico, coraggiosa nell'impegnarsi con opere complesse. Lo spettacolo conferma, poi, nuovamente il carisma di Mario Ficarazzo (Mr. Shlink), capace di interpretare ruoli complessi con estrema naturalezza. Davvero eccezionale, e a tratti irresistibilmente comica, la performance di Claudia Lawrence (Mae Garga). Spiccano, tra le altre buone performance, le interpretazioni qualitative da parte dell’irresistibile Vanessa Korn (Jane Larry) e del brillante Giovanni Di Piano (George Garga). I numerosi applausi finali sono il giusto coronamento del pregevole lavoro degli attori e di quello corale degli altri assistenti e addetti.