N.E.R.D. (Non Erosive Reflux Desease) in medicina è l’acronimo che indica il reflusso non erosivo, il tipico bruciore di stomaco fastidioso, ma apparentemente innocuo. Su questo dettaglio, l’autore e regista Bruno Fornasari costruisce l’impianto drammaturgico di una commedia cinica, con battute al vetriolo.
Una coppia di genitori che festeggia cinquant’anni di matrimonio. Nulla più di un anniversario può tirare fuori il peggio di una famiglia (molto allargata), riunita attorno a una torta nuziale, tra il discorso dei figli, le foto con gli anziani genitori e, sullo sfondo, un tipico laghetto popolato di paperelle.
Il simpatico ingresso in scena dei quattro figli, Nico (Michele Radice), Enri (Tommaso Amadio), Robi (Umberto Terruso) e Dani (Riccardo Buffonini) spiazza per alcuni minuti, ricordando vagamente un eloquio in stile Ionesco (La cantatrice calva).
Ma il pregio di questo lavoro è che tutti gli attori interpretano numerosi personaggi (anche femminili, e a caratterizzarli bastano semplici accortezze interpretative e sceniche, come il tono della voce o una borsetta, n.d.r.) intervenuti in questa festa di famiglia allargata.
Tradimenti, incomprensioni, dubbi, incertezze, paure e scomode verità si susseguono (sotto l’occhio vigile delle paperelle del laghetto, protagoniste di un divertente quanto inaspettato siparietto, n.d.r.), conducendo tutte a un unico sintomo-reflusso, ma in varie declinazioni.
Tutto questo viene affrontato dall’autore (Fornasari) in un’ottica evoluzionista, tenendo come costante riferimento la figura di Charles Darwin, nonché il concetto di adattamento.
Gli attori in scena in egual misura conferiscono ai vari personaggi che interpretano quell’umorismo nero che si addice a quelle situazione tragicomiche dalle quali si vorrebbe uscire senza sapere come o, forse, con la collaudata consapevolezza di tentare di uscirne nel modo sbagliato.
Va sottolineato che il personaggio di Dani, interpretato da Riccardo Buffonini, si fa in un certo “portavoce” del lato più cinico (con un pizzico di sagacia, n.d.r.) della drammaturgia.
E in un ideale finale aggiuntivo, i quattro attori danno voce ai sempre citati – ma mai comparsi – genitori della commedia, tentando di dimostrare un paradosso darwiniano, che, oggi come agli albori dell’evoluzionismo, conduce verso una strada verosimilmente senza uscita…