Lino Musella interpreta lo stesso Jan Fabre, con indiscutibile qualità attoriale: frasi, pensieri, idee e ideali, in un flusso di coscienza tuttavia piuttosto disomogeneo e frammentario
Lo spettacolo The Night Writer – Giornale Notturno di Jan Fabre si inserisce nell’ambito di una numerosa serie di iniziative di cui il poliedrico artista Lino Musella è protagonista indiscusso e acclamato sul territorio partenopeo.
Jan Fabre, il giorno e la notte
The Night Writer, primo adattamento in lingua italiana di un’opera di Jan Fabre, raccoglie le riflessioni, i pensieri, i tormenti e le intuizioni dell'artista. Il testo mette insieme pagine dei suoi diari personali contenuti nei due volumi del Giornale Notturno (pubblicato in Italia per Cronopio), e brani estratti da altre opere come “La reincarnazione di Dio”, “Io sono un errore”, “L’Angelo della morte” e “Kept me alive”. Uno sguardo privilegiato sulla vita di Fabre, caratterizzata dall’antinomia giorno/notte e dalla sua concezione di arte totale, totalizzante, anarchica e sovversiva.
Scenografia e disincanto
Non c’è sipario, il palco è coperto di sale, al centro una scrivania illuminata da una lampadina sospesa, i fogli sparsi e una sigaretta che brucia, la musica di Stef Kamil Carlens, intensa e coinvolgente, accompagna questo ritratto fotografico iniziale dell’artista, interpretato dall’attore napoletano Lino Musella. Sullo sfondo una videoproiezione di Anversa vista dallo Scheldt, e successivamente il video di Fabre del 1988, un omaggio al fiume della sua città e un invito a osare, sperimentare, tentare un’arte anarchica, una “piacevole pazzia”. Scorrono acqua e parole.
Ritratto di artisti
Lino Musella interpreta lo stesso Jan Fabre, con indiscutibile qualità attoriale: frasi, pensieri, idee e ideali, in un flusso di coscienza tuttavia piuttosto disomogeneo e frammentario, che difficilmente riesce nel tentativo di dare un’idea completa e complessa della personalità, dell’opera e dell’artista Fabre. Sottile è il confine tra rivelazione ed evocazione; i testi, ricchi di poesia provocatoria e irruente, sfiorano in questo caso l’autocelebrazione e restituiscono un ritratto per frammenti, un puzzle mono-colore e mono-tono. I tentativi di coinvolgere il pubblico, invitandolo a fare da coro a canzoni come Amandoti e a Volare, risultano privi di senso e di valore scenico, traducendosi quasi in una forma di inefficace strumentalizzazione.The Night Writer risulta essere quindi un reading teatrale, fondato sull’indiscutibile valore dei singoli testi e sull’altissima qualità recitativa di Lino Musella, mentre assenti risultano una vera struttura drammaturgica, il senso profondo della messa in scena teatrale, l’urgenza di comunicare qualcosa che vada al di là di un testo scritto. Le parole forti, anarchiche, poetiche e spesso dissacranti, scorrono tra le onde dello Scheldt come immagini in bianco e nero, come ricordi di cui si conserva solo la forma, priva di substrato emotivo. Un po' poco per un artista complesso, completo e totale come Jan Fabre.